arese

Dal letto della Terapia subintensiva a volontario della Misericordia per aiutare i malati di Covid

La storia di Luca Citroni che dopo aver visto tanta gente morire è salito sulle ambulanze

Dal letto della Terapia subintensiva a volontario della Misericordia per aiutare i malati di Covid
Pubblicato:

Una nuova vita dopo il Covid, una nuova vita all’insegna della misericordia, una nuova vita con lo scopo di aiutare gli altri.

Dal letto della Terapia subintensiva a volontario della Misericordia

E’ la storia di Luca Citroni, neo volontario delle Msericordie di Arese che ha deciso di intraprendere questa esperienza dopo essersi ammalato di Covid nel marzo del 2020, e dopo aver visto donne e uomini morire da soli in ospedale, senza l’ultimo abbraccio dei loro cari, tornato a casa dalla compagna e dalle figlie ha deciso di fare qualcosa di concreto per gli altri.

Citroni, 61 anni, è  rimasto in terapia subintensiva all’ospedale di Rho per tre settimane.

«Ho avuto modo di provare sulla mia pelle e vedere con i miei occhi quello che si leggeva sui giornali e si vedeva in tv – racconta Citroni – Io ho avuto la fortuna di tornare a casa ma molti dei miei “compagni di viaggio” non ce l’hanno fatta. Eravamo isolati; l’unico contatto che avevamo con la realtà eravamo noi stessi e il personale sanitario. E poi c’erano i ragazzi della Misericordia che sono stati vicini alle nostre famiglie: consegnavano il cibo, controllavano che non si fossero infettati».

E sono stati loro che, una volta guarito, hanno riportato Luca a casa su una delle loro ambulanze, ormai diventate un tassello dell’identità italiana.

Luca Citroni ha trascorso quei giorni scrivendo un libro, «Diario Covid 19», dove ha raccontato del ricovero e di quello che ha passato pensando che ogni giorno potesse essere l’ultimo. «Appena mi è stato possibile ho donato alle persone a me care e a tutti quelli che erano con me, anche se a distanza, il libro – spiega Citroni – Un modo per ricordare e dire grazie a tutti».

Appena Luca Citroni è tornato in forze il suo primo desiderio è stato restituire un po’ di quell’aiuto che lui e la sua famiglia hanno ricevuto dai volontari della Misericordi e così è entrato a far parte di questa grande famiglia.

«Sono stati la nostra forza e ora io cerco di essere la forza delle persone che hanno bisogno – continua Citroni -  Oltre alla preparazione professionale è necessaria anche, e soprattutto, la formazione del cuore. Non a caso il significato etimologico del nome dell’associazione è “miseris-cor-dare”, “dare il cuore ai miseri”. E proprio la Misericordia fu la prima Virtù invocata da Francesco, all’inizio del suo papato, “contro la globalizzazione dell’indifferenza».

Seguici sui nostri canali