Crisi Nms, il commento dei sindacati: "Raccontata versione diversa, resta la preoccupazione sui numeri"
Sit in di protesta davanti al Pirellone. "L'azienda ha raccontato un'altra versione, parlando di ridimensionamento senza però fornire dettagli". E' la dichiarazione finale arrivata da parte dei sindacati al termine dell'audizione sulla crisi della azienda Nms di Nerviano andata in scena nel pomeriggio di oggi proprio in Regione

"L'azienda ha raccontato un'altra versione, parlando di ridimensionamento senza però quantificare i numeri dei ricercatori che rischiano il posto di lavoro". E' la dichiarazione finale arrivata da parte dei sindacati al termine dell'audizione sulla crisi della azienda Nms di Nerviano andata in scena nel pomeriggio di oggi, martedì 29 luglio, al Pirellone.
Il commento dei sindacalisti dopo l'audizione in Regione
All'ingresso del quale è tornato a riunirsi - lo aveva già fatto due venerdì fa davanti al centro di ricerca nervianese - un gruppo di dipendenti con un sit in servito a ribadire le preoccupazioni attorno al tema dei possibili licenziamenti. Sull'esito dell'incontro si sono soffermati Luciano Pellizzaro e Luisa Perego, rispettivamente segretari generali della Filctem Cgil Ticino Olona e della Lombardia:
"L'azienda ha smentito quanto dichiarato in Assolombarda circa i numeri dei ricercatori che sarebbero stati dichiarati esuberi. Ha smentito il fatto di voler chiudere il centro ma di ridimensionarlo a tre ricerche molecolari. Ci hanno sbugiardato. Ma non si sono sbilanciati sui numeri, non li hanno quantificati. Si è riservata di dichiararli a metà settembre. Ha ufficializzato il fatto che la procedura non è aperta, ma che essa sarà aperta a metà settembre. Hanno dunque parlato di riorganizzazione, che significa cancellare le due attività di biologia e chimica, e non di dismissione della attività di ricerca. Non sarà il numero dei 90 dipendenti, ma non hanno quantificato con certezza".
"Dove si farà la ricerca in futuro?", una delle domande che si sono posti i sindacalisti
Dunque, hanno continuato, "i vertici non hanno intenzione di smettere la ricerca, ma non si sa dove la faranno. Probabile che la facciano in uffici senza laboratori. Essendo un fondo cinese, e avendo un centro di ricerca a Shangai, può essere che la ricerca la svolgano altrove. Il fondo non è stato utile a fugare i dubbi sollevati". Infatti, sono scesi nei dettagli i due, "è stato individuato un sito esterno al bio parco, che consentirà di far risparmiare quattrini. e risparmieranno soldi. Insomma, ci dicono che la ricerca non verrà dismessa, ma la scelta del nuovo sito di Corsico sarà sinonomi di risparmio. Peccato che dove andranno a trasferire i lavoratori non ci sono i laboratori ma solo uffici".
"Il clima resta teso e pieno di incertezza"
Il clima, hanno concluso, "resta teso, perché se cominciamo a non dire le cose come stanno non siamo di fronte alla trasparenza. Prossimamente verremo sentiti dalle due direzioni del Pirellone, quella Insediamenti produttivi e la direzione della riconversione professionale e della professione. E c'è l'impegno di svolgere ulteriori incontri con l'azienda, per capire meglio in che situazione versa quest'ultima e che tipo di intervento può fare la regione per salvare la ricerca. Si tratta di un unicum nel panorama italiano, l'unica azienda che ha ricerca, sviluppo e produzione in un'unica filiera, a Nerviano, in ambito oncologico". Infine le conclusioni: "La ricerca non possiamo immaginare che sia un elemento che produce utili in termini economici. Se la riteniamo così, ovviamente non funziona. La visione alla lunga è quella di salvare vite umane. Per noi è importante che Regione intervenga, si occupi della questione in termini di eventuale perdita nel campo scientifico".