Conferenza per non cadere nel gioco d’azzardo
L'Incontro sui rischi del gioco compulsivo è stato organizzato da Cooperativa Intrecci al Centro Vari-età
La Cooperativa insieme a Fondazione Somaschi, No Slot, e la cooperativa Lotta all’emarginazione ha tenuto un incontro al Centro Vari-età di Garbagnate Milanese per prevenire la ludopatia
Un problema che tocca da vicino tanti garbagnatesi che sembrano invisibili e non solo loro ma ogni comune ha la sua percentuale di dipendenti dal gioco d’azzardo. Il delicato tema è stato affrontato nell’incontro tenutosi mercoledì 6 novembre al Vari-Età di via Bolzano davanti ad un pubblico interessato fatto di anziani ma anche di persone giovani. Lo scopo ancora attuale è quello di mettere in guardia dai rischi del gioco d’azzardo. Relatori sono stati Fabio Azzimondi e Luca Ceccon.
“Il gioco non è pericoloso e non è fonte di rischi. Lo diventa se nell’ambito ludico interviene come componente il danaro – ha esordito Ceccon – Dentro le pieghe del gioco d’azzardo si nasconde un grave pericolo che viene da noi stessi. Durante il gioco interviene prima il consolidarsi dell’abitudine e poi si instaura la passione che apre le porte alla Ludopatia con danni incalcolabili e spesso sul bilancio familiare”.
Una spirale che non finisce mai
Giocare a soldi non è mai stata considerata una pratica pulita tanto è vero che ogni tipo di gioco d’azzardo deve avere una specifica autorizzazione statale. Bisogna quindi stare molto attenti. Una altra importate fattispecie illustrata dai relatori è che i Gratta e vinci sono studiati per indurre il giocatore a giocare sempre di più perché i contenuti sono elaborati da chi guadagna sulle vendite. Spesso si compera il grattino a 5 euro e si vince 5 euro e questo induce il compratore ad acquistarne un altro entrando in una spirale che non finisce. “Se comperi un gratta e vinci una volta ogni sei mesi non si può definirlo come gioco d’azzardo ma se si comincia a comperarlo una volta alla settimana perché si spera di vincere questo provoca la Ludopatia”. I ragazzi di Cooperativa Intrecci sono centinaia e ogni giorno organizzano eventi per far crescere la consapevolezza e per indurre a intrecciare legami.
Una buona interazione con il pubblico
Il relatore ha poi interpellato gli spettatori per chiedere loro quali giochi facevano da ragazzi. È emerso che la gran parte dei passatempi erano giochi di comunità mentre il gioco d’azzardo è un gioco di solitudine. Si decide da soli se andare alle macchinette e questo comporta gravi conseguenze perché manca la mediazione delle altre persone nel filo del pensiero del giocatore. Le complicazioni, ha fatto presente l’esperto, non sono solo in capo alla persona che gioca ma anche all’intera famiglia. Se uno sta ore davanti alle slot machines e da fondo alla pensione non sarà in grado di arrivare a fine mese.
Come trattare la patologia
La mania di giocare viene trattata proprio come una vera dipendenza (uguale alla dipendenza da sostanze). Si cura la persona con colloqui di psicologi ma si interviene nella tutela amministrativa dei beni con provvedimenti specifici in cui esperti valutano la situazione e chiedono una amministrazione che sostiene i conti familiari. Se ne occupa il Sert della Asst di ogni zona (Servizo tossicodipendenze). Nel bollatese e nel rhodense è la Asst-Rhodense “E’ un intervento di cura di queste patologie e non può essere dato ad un privato ma solo al pubblico – concludono i relatori – La conclusione è che vince solo chi non gioca”.