Casa di emergenza abitativa per i profughi dell'Ucraina
I locali che si trovano nella frazione di Garbatola saranno sistemati dal Comune e messi a disposizione degli ucraini in fuga dalla guerra
La Casa di emergenza abitativa di Nerviano: il Comune la sistemerà per accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra.
Casa di emergenza abitativa per gli ucraini
Anche il Comune di Nerviano si sta attivando per trovare spazi nei quali accogliere i profughi dell'Ucraina, Paese sconvolto dalla guerra. L'Amministrazione comunale ha subito pensato ai locali della Casa di emergenza abitativa, che si trovano in via san Francesco nella frazione di Garbatola. "Benché la destinazione finale dell’immobile sia ancora in corso di valutazione, l’Amministrazione comunale si sta adoperando per renderla disponibile per l’accoglienza nel più breve tempo possibile" afferma il sindaco Daniela Colombo. Che prosegue: "Purtroppo l’immobile versa in uno stato di abbandono, dovuto al fatto che nel tempo nessuno è andato a controllarne lo stato: le infiltrazioni dal tetto hanno lasciato segni sulle murature perimetrali e nei controsoffitti, i pavimenti sono disseminati di escrementi di volatili, le utenze attive anche se a servizio di nessuno, la caldaia accesa ma in blocco – chissà da quanto tempo – così come l’ascensore a servizio esclusivo dell’appartamento. Colombo, insieme all'assessore ai Servizi sociali Carolina Re Depaolini e a quello ai Lavori pubblici Sergio Parini, dipendenti comunali e volontari, sono al lavoro per progettare, organizzare e rendere concreta la riattivazione della Casa "n tempi ragionevolmente brevi (si stima non meno di 10-15 giorni) anche se molto è il lavoro necessario". Dopo lo sgombero e una prima pulizia dei locali, prosegue il sindaco, "si procederà con la sistemazione delle infiltrazioni, con il ripristino degli intonaci ammalorati dalle stesse infiltrazioni e la sostituzione delle porzioni di controsoffitto rovinate, prima di procedere all’imbiancatura completa dei locali. Oggetto di verifica saranno anche gli impianti di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria, l’ascensore e l’impianto elettrico con sostituzione dei corpi illuminati non funzionanti. Alcune porte risultano danneggiate e richiederanno l’intervento di un falegname per evitarne la sostituzione".
I locali
"Il nuovo arredo doterà la struttura di un minimo di 10 posti letto, suddivisi in 4 camere (con letti
singoli che all’occasione possano essere uniti per formare letti matrimoniali) e due zone distinte
per la consumazione dei pasti - continua Colombo - La Casa è dotata di due ampi bagni con doccia, un terzo bagnetto di servizio e una lavanderia/nursery con vasca e gli spazi sono direttamente accessibili da parte di persone disabili, pur trovandosi l’unità abitativa al primo piano. Una volta pronta, la Casa sarà poi data in gestione ad associazioni o strutture del terzo settore. Oltre ai Lavori pubblici, che si stanno occupando direttamente della sistemazione della Casa, la problematica dell’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra coinvolgerà i Servizi sociali del Comune e la Polizia Locale. Non si sa ancora quante persone arriveranno in paese e la gestione degli aspetti legati all’istruzione, alla sanità e alle problematiche relative ai documenti che
dovranno essere forniti ai profughi verrà valutata in base alle indicazioni che saranno fornite da
parte della Prefettura, del ministero degli Interni e del ministero della Sanità".
Sul sito del Comune è inoltre presente e costantemente aggiornato il vademecum con tutte le
indicazioni per chi vuole ospitare qualcuno dei profughi.
"Il Comune si sta attivando per l’emergenza umanitaria anche patrocinando la raccolta di beni di
prima necessità, in collaborazione con l’associazione L’Abbraccio, che ogni estate si occupa
dell’accoglienza dei bambini provenienti dall’Ucraina (uno dei punti di raccolta si trova proprio nel
cortile di piazza Manzoni), e la raccolta di farmaci attraverso le farmacie ubicate su territorio - conclude il primo cittadino - Il Comune aderisce inoltre all’iniziativa promossa dai Sindaci della Città Metropolitana di Milano per far fronte alla crisi energetica conseguente alla guerra in atto, riducendo di almeno un grado la temperatura dei generatori di calore delle strutture comunali e invitando la cittadinanza a fare altrettanto nelle case e nelle attività commerciali e produttive".
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