IL BUSINESS DELLE AMBULANZE

Caporalato e appalti truccati: sotto sequestro azienda delle ambulanze

Un provvedimento arrivato dopo che, nel marzo scorso, erano state arrestate quattro persone, tra le quali anche l'allora direttore generale dell'Asst Pavia

Caporalato e appalti truccati: sotto sequestro azienda delle ambulanze
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Caporalato e appalti truccati per un valore complessivo di 11 milioni di euro: l'azienda delle ambulanze finisce sotto sequestro.

Caporalato e appalti truccati: sotto sequestro azienda delle ambulanze

Una cooperativa che opera nel settore dei trasporti sanitari, la First Aid One Italia, con sede legale a Pesaro e sede operativa a Bollate, affidataria di appalti pubblici per il servizio ambulanze in tutta Italia è stata posta sotto sequestro dalla Gdf di Pavia. Tutto questo nell'ambito di indagini per reati di caporalato e appalti truccati per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro.

A marzo scorso quattro arresti

Un provvedimento che, secondo quanto spiegato dalle fiamme gialle, rappresenta la naturale prosecuzione di un'indagine che, già nel marzo scorso aveva portato all'arresto di 4 persone, tra le quali anche l'allora direttore generale di Asst Pavia, Michele Brait, 54 anni (poi rimesso in libertà ma ancora tra gli accusati) ed i fratelli Francesco e Antonio Calderone, originari di Messina e residenti ad Arese (Milano) e Roma, amministratori di fatto della cooperativa.

nonché a perquisizioni e sequestri di apparati informatici in diverse aree geografiche del Paese (Lombardia, Marche, Lazio e Sicilia), per i reati di turbativa d'asta e frode nelle pubbliche forniture«.

Sequestrati beni per 200 mila euro

Le indagini dirette dal sostituto procuratore Roberto Valli e coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti, hanno portato al sequestro di beni per un importo di circa 200 mila euro, tra cui disponibilità finanziarie, fabbricati, terreni ed autoveicoli.

La protesta dei dipendenti della cooperativa

La reazione dei dipendenti di First Aid One Italia è stata immediata. Questa mattina diversi operatori della cooperativa, provenienti da tutta Italia, si sono riuniti davanti al tribunale di Pavia per ottenere un confronto con la procura. Una dipendente protagonista delle proteste: "Sono stati sentiti dai pm solo ex dipendenti. Le accuse di esser stati sfruttati e sottopagati, da loro ammesse e confermate, non troverebbero in noi attuali operatori nessun riscontro. Ora siamo rappresentati dal nostro presidente Michele Vietti e questa situazione non esiste".
"Siamo qui a Pavia -conclude la manifestante - perché vorremmo parlare con qualche rappresentate della procura per avere delle spiegazioni e raccontare la nostra verità, di noi dipendenti che ogni giorno lavoriamo per la cooperativa. Non siamo mai stati ascoltati dalla giustizia e vogliamo avere rassicurazione sul nostro futuro, siamo più di 500 famiglie e il sequestro di questa mattina ci ha gettato nel panico".

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