Alessio Scorrano, 33 anni di Magenta , è affetto da una grave patologia cardiaca e da oltre un decennio è prigioniero della sua malattia, che gli impedisce di vivere una vita normale. Anni di sacrifici e sofferenze, interventi chirurgici e cure non sempre andati a buon fine, una situazione non semplice da gestire e accettare.
Primi dolori al torace dopo la corsa
Tutto inizia nel 2013 quando Alessio avverte un dolore al torace mentre corre, dopo anni di esami diagnostici, solo nel 2016 scopre di soffrire di questa grave patologia: una malformazione congenita chiamata «ponte miocardico».
Il primo intervento
Da allora ha tentato molte soluzioni, ma i dolori al torace non spariscono e le condizioni di vita non migliorano. Intervento a San Donato nel 2017 con esiti non soddisfacenti, by pass a Torino nel 2022 che si è richiuso dopo un anno, ma non si risolveva nulla.
L’avventura in Belgio
Anche gli ultimi anni non sono stati semplici, è lui stesso che lo racconta; mesi dove è successo veramente di tutto.
«Nel 2024, sono partito per il Belgio per sottopormi al terzo intervento a cuore aperto, per tagliare il muscolo cardiaco rimasto sopra la coronaria, ma l’esito non è stato quello sperato – spiega Alessio – Credevo migliorasse la situazione invece sono stato molto male e ho dovuto affrontare anche duri mesi di fisioterapia in una casa di riposo in Belgio. E’ stata un’esperienza devastante, che ha comportato anche uno sforzo economico molto importante. Poi finalmente il rientro in Italia, ma le mie condizioni continuavano a peggiorare e stavo male. Mi sono rivolto ad uno specialista a Novara per tentare di risolvere la situazione e mi hanno applicato altri due stent».
A Novara hanno messo una pezza ai problemi creati in Belgio.
«Ricoverato in Italia hanno capito che in Belgio durante l’intervento qualcosa non era andato bene, infatti, dalle approfondite analisi risultava che mi hanno accartocciato uno stent riducendo il flusso di sangue, inoltre durante l’operazione è stato sacrificato un grosso ramo collaterale. Una condizione che hanno migliorato con un’angioplastica, con due nuovi stent, seguita da un periodo riabilitativo – prosegue Alessio – Qualche miglioramento si è registrato, ma i dolori non cessano e continuano a persistere e limitare la mia vita, inoltre mi hanno scoperto dei vaso spasmi importanti, questo può succedere con emozioni e sforzi o anche senza un motivo ben chiaro. Ora posso alzarmi per andare in bagno e mangiare, ma subito dopo deve ricoricarmi perché sono stanco. Si tratta di limitazioni non solo fisiche, ma anche mentali, anche concentrarmi o leggere può scatenare vaso spasmi o sintomi importanti».
Deluso dalle esperienze chirurgiche, Alessio continua a lottare con tutte le sue forze per la vita e non si arrende.
«Dopo tutti questi interventi andati male vorrei evitare nuovi approcci chirurgici – conclude il giovane – Non voglio farmi riaprire il torace per la quarta volta visti gli esiti precedenti, tenterei un approccio meno invasivo. Mi tengo informato e cerco sempre nuove soluzioni farmacologiche e fisioterapiche, nuove tecnologie e studi clinici. Confido nella scienza per identificare una soluzione che mi possa aiutare a vivere meglio. Paradossalmente ora il “ponte miocardico” è stato tecnicamente risolto, è tutto il resto che crea grossi problemi. Ora cerco di resistere, affrontare le difficoltà quotidiane, e tento di risollevarmi economicamente, dopo le spese in Belgio di oltre 77mila euro, per poter procedere con nuove cure».
Attiva una raccolta fondi
Per chi volesse aiutare Alessio da un punto di vista economico, che deve terminare di pagare le prestazioni sanitarie in Belgio, è ancora attiva la raccolta fondi https://www.gofundme.com/f/help-alessio
Qual è la situazione attuale del suo cuore. Oltre agli spasmi, e al flusso non adeguato per la perdita del collaterale, all’angio Tac più recente risulta che dove c’era il ponte ora si sono formate tutte cicatrici e aderenze ed il tratto di coronaria immediatamente prima dello stent viene stirato a ogni battito. Questo gli provoca sintomi con stimoli minimi, e a maggior ragione con aumento di frequenza. Dopo i vari interventi ha anche sviluppato un pectus excavatum (rientranza dello sterno). Non è la causa principale deis uoi problemi coronarici, ma contribuisce al dolore toracico e a un respiro più faticoso in alcune posizioni. È un elemento in più con cui convivo ogni giorno.