Al via il restauro della Cantoria della Chiesa di San Magno
I lavori sono già iniziati e in queste settimane è in corso il restauro della cantoria, la cassa in legno di noce, opera del pittore Gersam Turri, che ospiterà l’organo

Per il suo 150esimo anniversario, la gioielleria Sironi sostiene, insieme ai fondi dell’8 per mille riservati dalla CEI ai beni artistici, il restauro dell’organo costruito nel 1542 dalla famiglia Antegnati. L’antico strumento tornerà a suonare per liturgie e concerti.
Al via il restauro della Cantoria della Chiesa di San Magno
L’organo della Basilica di San Magno di Legnano, costruito nel 1542 dalla famiglia Antegnati, tornerà a suonare grazie ad un importante intervento di restauro sostenuto dalla Gioielleria Sironi, nell’anno del suo 150° anniversario, e grazie ai fondi dell’8 per mille riservati dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ai beni artistici.
I lavori sono già iniziati e in queste settimane è in corso il restauro della cantoria, la cassa in legno di noce, opera del pittore Gersam Turri, che ospiterà l’organo. È situata in contro-facciata sopra l’ingresso principale della chiesa. L’intervento, affidato alla ditta Casati Restauri, durerà circa un mese. A raccontarne i dettagli sono i fratelli Casati, responsabili del cantiere: «Cominceremo con saggi di pulitura della superficie pittorica per individuare quali siano i solventi più adatti per rimuovere lo sporco accumulato negli anni. Una volta completata la pulizia, interverremo sulle parti mancanti della decorazione: alcune applicazioni sono state rimosse nel tempo e una decoratrice si occuperà di ripristinarle. Durante le operazioni ricollocheremo anche elementi che si sono staccati negli anni per traumi meccanici o per la perdita di adesione della colla, andremo poi a ristrutturare la parte più nascosta, quella della struttura. Al termine, tutta la superficie pittorica verrà protetta con un prodotto specifico per facilitare le future operazioni di manutenzione ordinaria». La cantoria tornerà così al suo precedente splendore, pronta per accogliere l’antico organo ristrutturato.




Il ruolo della gioielleria nel restauro
Per la gioielleria Sironi si tratta di un gesto carico di significato, che rafforza il legame con la Città di Legnano dove è presente dal 1875. In un secolo e mezzo di storia la famiglia Sironi non ha mai spostato la propria attività dal cuore del centro cittadino. «Per i nostri 150 anni abbiamo sposato l’idea di papà Alessandro di ridare nuova vita all’organo dell’Antegnati, muto da decenni», dichiara Gianmarco Sironi, titolare della gioielleria.
«Grazie all’8 per mille e alla gioielleria Sironi, che celebra un secolo e mezzo di storia, restituiamo alla chiesa e alla Città un organo in grado di offrire liturgie più animate e concerti per allietare tutti coloro che hanno trovato nella musica una via di bellezza», dichiara monsignor Angelo Cairati.
Le parole della famiglia Sironi
"Il restauro dell’organo è per noi un modo per ringraziare Legnano e contribuire alla valorizzazione di uno dei suoi simboli più amati: la basilica di San Magno. L’organo potrà tornare a suonare e emozionare attraverso concerti aperti alla cittadinanza. Un particolare ringraziamento a monsignor Angelo Cairati che tanto si è adoperato per sostenere il progetto», dichiarano Alessandro e Gianmarco.
Il restauro dell’organo della Basilica di San Magno è attualmente affidato alla storica ditta Mascioni di Azzio, una delle più antiche e prestigiose fabbriche d’organi d’Europa, attiva dal 1829, con oltre 1200 organi realizzati nel mondo, tra questi quello del Duomo di Firenze, della cattedrale di Tokyo e della Basilica del Santuario di Fatima in Portogallo. Il progetto di restauro sarà presentato nel mese di giugno in una conferenza che si terrà nella sala degli Stemmi del Comune di Legnano.
Nella foto: I restauratori Clemente e Gianluigi Casati; Gianmarco e Alessandro Sironi; Monsignor Angelo Cairati; la maestra Barbara Berlusconi; Fabio Poretti, direttore della scuola di musica Paganini; l’architetto Luigi Terrenghi e l’architetto Federica Cavalleri della Soprintendenza.