Cultura

Abbiategrasso: intelligenza artificiale a “Umane connessioni”

Il relatore Silvano Petrosino provoca la platea con l'elogio dell'imprevedibile

Abbiategrasso: intelligenza artificiale a “Umane connessioni”
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Un incontro denso di contenuti e di spunti quello che ha visto protagonista il professor Silvano Petrosino, docente di Comunicazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore, primo ospite della rassegna "Umane Connessioni" che ha aperto il suo terzo ciclo venerdì scorso all’Annunciata di Abbiategrasso.

Tema: intelligenza artificiale

Petrosino, chiamato ad affrontare il tema dell’intelligenza artificiale che sfida l’uomo chiamando in causa la sua razionalità, ha insistito molto sul chiarire la differenza tra razionalità umana e intelligenza, osservando che la prima è capace di un’apertura che eccede, e così anche sconvolge, i limiti all’interno dei quali la seconda si muove per risolvere i problemi in cui essa s’imbatte. In questo senso, l’uomo sarebbe un essere non solo intelligente, ma anche razionale, vale a dire capace di un’apertura e di una relazionalità che a volte sembrano contraddire la stessa intelligenza.

“Pensiamo agli scacchi – ha spiegato il relatore - in una partita tra l’uomo e la macchina è ovvio che vince la macchina, il computer, ma l’intelligenza artificiale è programmata per vincere e quindi in una partita con nostro nipote non avrà la razionalità di farlo vincere, per vederlo felice”.

Liet motiv dell’incontro, arricchito dalla presentazione dell’insegnate Alberto Negri e stimolato dalle domande di Giovanni Modeo che di Petrosino è stato studente, il potere della relazione come spazio all’interno del quale “l’uomo si fa” riconoscendo in questo processo un ruolo essenziale all’ignoto che per l’AI è un vuoto da riempire, ma che nell’uomo diventa Mistero.

La razionalità dell’uomo

“Siamo partiti dall’intelligenza artificiale, dalle ripercussioni che questa ha nella vita di tutti i giorni per arrivare a parlare dell’uomo, per tornare in un certo senso a casa – ha chiosato l’assessore alla Cultura Beatrice Poggi – e questo ci restituisce la speranza circa il fatto che attraverso la conoscenza e la razionalità si possa arrivare ad utilizzare determinati strumenti per il bene, senza arrenderci al potere assoluto della tecnica”.

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