Motta Visconti

Fiocco azzurro per la nascita di quattro vitellini

Festa al Centro Parco “I Geraci” di Motta Visconti

Fiocco azzurro per la nascita di quattro vitellini
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Fiocco azzurro al Centro Parco “I Geraci” di Motta Visconti per la nascita di ben quattro vitellini tutti di razza varzese, il primo ha visto la luce proprio in tempo di Covid. L’esperienza del pascolo in pianura realizzato dal Parco del Ticino, grazie a due progetti cofinanziati da Fondazione Cariplo nel 2012 e nel 2016 dalla Banca del Monte di Lombardia, sta dimostrando che anche in un territorio ad alta densità di popolazione e attraversato da importanti infrastrutture si possono allevare gli animali simulando gli alpeggi di montagna, riscoprendo vantaggi e pregi di questa antica pratica agronomica e di allevamento scomparsa in pianura da decenni.

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Volontari al lavoro

Dallo scorso gennaio ad occuparsi della cura, della salute, del benessere delle vacche e della manutenzione del pascolo turnato ai Geraci è un gruppo di giovani in forza all’Ente magentino: ragazzi del Servizio Civile, altri iscritti all’Albo dei Volontari della Biodiversità del Parco del Ticino e tirocinanti coordinati dal Settore Agricoltura del Parco. Alcuni di loro si occupano anche di trasmettere l’esperienza del pascolo attraverso una serie di video pubblicati sui social del Parco del Ticino o nei laboratori di educazione ambientale promossi nelle scuole del territorio. “Il progetto di pascolo ai Geraci si sta rivelando importante per diversi aspetti: la salute degli animali, l’aumento di biodiversità e il coinvolgimento delle nuove generazioni – spiega Silvia Bernini, consigliere del Parco con delega all’Agricoltura - . Gestire un pascolo turnato di sei ettari è diverso rispetto ad un allevamento di mucche in stalla. E’ un impegno quotidiano che non riguarda solo il benessere e la cura degli animali ma anche la manutenzione delle parcelle di pascolo, alcune dedicate al fieno altre all’erba ricca di proteine di cui si alimentano le mucche, e alla recinzione elettrificata che deve essere manutenuta quotidianamente. Ringrazio Michele Bove, responsabile del Settore Agricoltura, che è riuscito a trasmettere la sua passione a questi giovani collaboratori. Il nostro pascolo ai Geraci si sta dimostrando un’esperienza unica, inserito in un ambiente agricolo che è eccezionale habitat di biodversità. La pratica del pascolo ai Geraci è innanzitutto un esempio dimostrativo che gli agricoltori attenti potrebbero replicare nelle loro aziende per migliorare il benessere animale e la qualità dei prodotti e poi consente l’incremento della ricchezza di invertebrati presenti nell’habitat prativo, favorendo la disponibilità di prede per numerose specie di avifauna di interesse conservazionistico legate agli ambienti agricoli”.

Fiocco azzurro

Il primo dei quattro vitellini è nato nelle settimane di lockdown, l’ultimo ha meno di una settimana. “Abbiamo appreso di questi lieti eventi come un segno di speranza in un periodo particolarmente difficile per tutti, anche per il mondo agricolo – aggiunge la presidente del Parco del Ticino Cristina Chiappa -, proprio per questo vogliamo coinvolgere tutti gli amanti della natura e del nostro Parco in un sondaggio per dare il nome a ciascun vitellino. Il sondaggio verrà lanciato nei prossimi giorni sulle pagine Social del Parco” .

Il progetto Varzese

Nel 2007 prende avvio al Parco del Ticino il Progetto Varzese. L’idea del Parco, sancita da una delibera di CdA, è stata quella di costituire un nucleo base di quattro vacche nutrici di razza varzese. Il Parco si pone, quindi, l’obiettivo di conservare il patrimonio genetico antico di questa razza. Il valore aggiunto del progetto è poi quello di diffondere sul territorio dell’area protetta una razza bovina di grande rusticità, promuovendone le caratteristiche organolettiche particolari della carne e del latte e supportando le aziende agricole su un percorso che porti verso la sostenibilità economica di questo allevamento, nella speranza che nei prossimi anni altre aziende agricole possano introdurre la vacca varzese nel loro ciclo produttivo, contribuendo al recupero di questo patrimonio genetico e culturale che stava scomparendo. L'iniziativa del pascolo a Motta Visconti si inserisce nel progetto varzese aggiungendo questa importante esperienza di reintroduzione del pascolo in pianura, abbandonato ormai da decenni a causa dei cambiamenti dell'agricoltura e delle tecniche di allevamento. Per tanti anni l'agricoltura intensiva della pianura padana ha trascurato il benessere animale e l'importanza dell'erba per l'alimentazione dei bovini: oggi, grazie a recenti studi dell'Università di Torino-DISAFA e del Parco del Ticino, è dimostrato che latte, formaggi e carne derivati da vacche alimentate anche con erba verde, come quella del pascolo, sono positivi per la salute dell'uomo e per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

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