"Basta alla cittadinanza facile"

Il sindaco di Cairate Paolo Mazzucchelli dona la Costituzione agli stranieri che chiedono di essere italiani: «Non parlano la nostra lingua dopo dieci anni qui. Questa non è integrazione»

"Basta alla cittadinanza facile"
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Cittadinanza stranieri

"Basta alla cittadinanza facile"

 

La Costituzione in omaggio ai richiedenti

La Costituzione in dono a chi chiede la cittadinanza italiana. E’ quanto avverrà da oggi a Cairate. Dove il sindaco Paolo Mazzucchelli ha deciso di acquistare alcune copie della Carta da consegnare a tutti gli stranieri che vogliono diventare italiani e che, da prassi, si presentano nel suo ufficio per la formale richiesta, alla quale fa seguito, dopo i dovuti tempi, la concessione con decreto del Presidente della Repubblica. Quasi sempre si tratta di extracomunitari che risiedono in Italia da almeno 10 anni, requisito che permette di ottenere la cittadinanza. E che secondo il primo cittadino di Cairate non è sufficiente.

 

"Chiedono la cittadinanza e non sanno l'italiano"

«Sempre più spesso avviene che si presentino stranieri che hanno imparato a memoria la formula e non sanno dire una parola nella nostra lingua. Eppure ottengono la cittadinanza. Sarebbe questa integrazione? Quello attuale è un modello che non funziona. E non è normale che in dieci anni di vita sul nostro territorio queste persone non parlino italiano. Vuol dire che c’è un problema profondo di mancata relazione con la comunità e di isolamento all’interno delle mura domestiche, che ha conseguenze gravi a livello sociale e anche sanitario». Mazzucchelli spiega la scelta di regalare la Costituzione ai richiedenti: «Lo scopo è migliorare l’integrazione e dare un senso alla cittadinanza. Non solo è un atto dovuto, ma anche un segno di civiltà. Perché se non si parla la lingua e non si conosce la Costituzione non è integrazione». La legge non lo prevede, ma a Cairate, dove vengono concesse circa 20 cittadinanze all’anno, si farà così. E chissà che al momento del rilascio del documento il sindaco non si metta a interrogare sugli articoli della Carta omaggiata in precedenza.

 

Una questione sociale

«Oggi per concedere la cittadinanza non c’è un filtro e così non si affronta tutta una serie di problemi. Per esempio di donne che non sanno relazionarsi con i medici o con gli insegnanti. Di famiglie che affidano ai bambini e ai ragazzi che frequentano le nostre scuole la comunicazione, in tutti gli ambiti. Non è una questione politica, ma amministrativa, sociale e sanitaria. Sono questi i temi da affrontare e dei quali invito in particolare le donne del nostro territorio che siedono in Parlamento a farsi carico. Perché se vogliamo un’integrazione vera dobbiamo partire da qui e cambiare le cose, conoscere lingua e Costituzione deve essere un obbligo. Il resto è business per le cooperative e sfruttamento di disperati».

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