Genitori separati la Regione viene in aiuto
La Regione interviene a favore dei genitori separati privati della casa famigliare. Brianza: "Intervenire prima che una difficoltà diventi povertà"
Tempo fino a dicembre per accedere al bando di sostegno affitto dedicato ai genitori separati aperto da Regione Lombardia. Pronto un milione di euro.
Lombardia a sostegno dei genitori separati
La rottura di un rapporto, la separazione di una coppia si sa, porta con sè non solo problemi sentimentali ma anche economici. Specie quando oltre a moglie e marito ci sono dei figli. E in questo campo Regione Lombardia, e l'assessore al Reddito di autonomia e inclusione sociale Francesca Brianza, vogliono fare la loro parte. L'obbiettivo è aiutare il genitore che, a seguito di un divorzio o una separazione, si trova senza più la casa famigliare.
Un aiuto per pagare l'affitto
Il bando dedicato ai genitori separati è aperto da febbraio e chiuderà il 20 dicembre. L'iniziativa di Palazzo Lombardia prevede un contributo variabile dai 2mila ai 3mila euro annui da utilizzare per l'abbattimento del canone d'affitto in capo al genitore che non vive più nella casa di famiglia. Lo strumento sarà attivato attraverso le Ats, le ex Asl che definiscono le modalità di partecipazione, e la domanda andrà presentata alle Asst di riferimento (qui i riferimenti per la Provincia di Varese)per il proprio territorio. Regione ha previsto lo stanziamento di ben un milione di euro.
I requisiti per fare domanda
Non basterà essere dei genitori separati per entrare in graduatoria e accedere ai fondi. Come fa sapere l'informativa della Regione, il genitore deve avere figli nati o adottati nel corso del matrimonio, deve possedere un reddito
ISEE inferiore o uguale a € 20.000, deve risiedere in Lombardia da 5 anni continuativi e, in base alla
sentenza di separazione odivorzio, deve risultare obbligato al mantenimento dei figli e non assegnatario
della casa familiare. Oltre questo, i candidati non devono essere beneficiari di contributi regionali per la morosità incolpevole e/o assegnatari di alloggi Aler o comunali. E soprattutto, non devono aver subito una condanna per reati contro la persona, in particolare sstalking e violenza sessuale. Precisamente, il contributo sarà pari massimo al 30% del canone di locazione per immobili a canone calmierato o concordato fino a 2mila euro, e il 30% del canone i locazione a prezzi di mercato fino a un massimo di 3mila euro.
Una mano per rialzarsi
"E' un lavoro messo in campo da tre anni". A parlare è l'assessore Brianza. "Come per altre iniziative, il nostro scopo è di intervenire con un aiuto prima che la persona che vive un momentaneo stato di difficoltà scivoli in uno di povertà e profondo disagio dal quale difficilmente potrà uscire. Separazioni o divorzi si portano dietro tutta una serie di ripercussioni molto pesanti e molto pratiche. Con questo sostegno abitativo interveniamo anche per favorire la prossimità dei genitori alla casa dei figli".