Terreno all'asta agricoltore subisce intimidazioni per non comprarlo
Scosso e spaventato, l'uomo ha deciso di denunciare tutto ai Carabinieri.
Terreno all’asta a Lurate Caccivio agricoltore subisce intimidazioni per non comprarlo.
Terreno all’asta: l’incubo di un agricoltore
Ieri, lunedì 30 luglio, nelle prime ore del mattino, i militari dell’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cantù e i colleghi della Stazione di Lurate Caccivio, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como. In manette sono dunque finiti due fratelli, C.M. di anni 61, di Lurago Marinone, e C.S., di anni 58, di Ceriano Laghetto (Monza Brianza), ritenuti gravemente indiziati del reato di Turbativa d’Asta. La vicenda ha avuto inizio all’incirca nel mese di aprile. Un agricoltore, proprietario di un terreno agricolo nel Comune di Lurate Caccivio, ha saputo che il Tribunale di Como aveva indetto una gara d’asta per un appezzamento confinante con il suo. Vista la possibilità di ampliare la sua attività agricola, l’uomo ha qunindi deciso di partecipare alla gara d’asta. Nei primi giorni di maggio deposita la busta con l’offerta nell’ufficio di un commercialista, nominato dal Tribunale custode giudiziario e delegato alla vendita del terreno in questione. Qui incontra C.M., fratello del proprietario del terreno, il quale si trova lì, a sua volta, per partecipare all’asta. Già in questa occasione, l’agricoltore riceve delle esplicite minacce finalizzate a farlo desistere dalla partecipazione alla gara d’asta. Si tratta di un chiaro avvertimento tanto che l’agricoltore rimane scosso e spaventato. Accenna qualcosa al commercialista e lo prega di tardare nella compilazione del verbale di deposito dell’offerta, così da scongiurare l’eventualità di rincontrare CM all’uscita dallo studio. Il giorno successivo, l’agricoltore partecipa alla gara d’asta aggiudicandosi l’acquisto del terreno.
“In Sicilia questi comportamenti vengono puniti…”
Successivamente, in più occasioni, a partire dalla metà del mese di maggio e sino ai primi giorni del mese di luglio, l’agricoltore riceve altre minacce da parte di entrambi i fratelli, in modo assolutamente più esplicito. Vogliono indurlo a recedere dalle operazioni di acquisto e a non formalizzare il rogito. In queste circostanze, l’agricoltore viene avvisato, con allusioni tipicamente mafiose, che certi comportamenti, in Sicilia, sarebbero stati puniti in modo diverso, che all’acquisto del terreno erano interessate terze persone determinate ad ottenerlo e che, se lui avesse realmente avuto intenzione di perfezionare l’acquisto, avrebbe passato dei seri problemi: gli sarebbe stato fatto del male ed avrebbe rischiato di perdere tutto ciò che aveva.
La denuncia e l’arresto
L’agricoltore, terrorizzato, si è rivolto ai Carabinieri di Lurate Caccivio facendo denuncia. A cura dell’Aliquota Operativa dei Carabinieri di Cantù sono state eseguite più specifiche attività di riscontro che hanno portato, in breve, all’acquisizione dei gravi indizi di colpevolezza a carico dei due fratelli.
Gli arrestati sono stati portati in carcere.