L’interesse per la chirurgia refrattiva è cresciuto significativamente negli ultimi anni, con sempre più persone che cercano soluzioni permanenti per ridurre la dipendenza da occhiali e lenti a contatto. In questo contesto si inseriscono le lenti intraoculari ICL, una tecnologia utilizzata da oltre trent’anni che rappresenta un’alternativa concreta al laser, particolarmente indicata per chi presenta controindicazioni agli interventi tradizionali.
In cosa consistono le lenti ICL
La procedura si caratterizza per la sua natura mini-invasiva: l’impianto viene eseguito attraverso una piccola incisione con anestesia locale tramite collirio, senza modificare la struttura corneale. Il recupero risulta rapido, con molti pazienti che riferiscono una visione nitida già dal giorno successivo. Con oltre 3 milioni di impianti nel mondo e l’approvazione della FDA, la tecnologia si è consolidata nella pratica clinica internazionale.
Quando il laser non è un’opzione praticabile
Non tutti i pazienti possono sottoporsi alla chirurgia laser. Cornee sottili, miopie molto elevate o problemi di occhio secco rappresentano controindicazioni che escludono questa possibilità. Il dottor Maurizio Buscemi, oftalmologo specializzato in chirurgia refrattiva, spiega:
“Il laser è la procedura più diffusa, ma non sempre è consigliabile: cornee sottili, miopie molto elevate o problemi di occhio secco possono renderlo sconsigliato. In questi casi le ICL non sono solo un’alternativa: sono spesso l’unica opzione davvero indicata”.
Prima dell’introduzione di questa tecnologia, alcuni difetti visivi non potevano essere corretti chirurgicamente con analoghi livelli di sicurezza. Secondo l’esperienza clinica del dottor Buscemi, che utilizza le ICL da diversi anni, “tutti i pazienti che si sono sottoposti all’intervento affermano che lo rifarebbero senza esitazioni”.
GUARDA LA GALLERY (3 foto)
Qualità visiva e reversibilità della procedura
Uno degli aspetti evidenziati nella pratica clinica riguarda la qualità visiva ottenuta.
“Ricordo casi di pazienti operati con laser su un occhio e con ICL sull’altro: nonostante la miopia fosse molto più elevata nell’occhio trattato con la lente, la visione era migliore rispetto all’occhio operato con laser”, riferisce Buscemi.
Il materiale utilizzato presenta elevata biocompatibilità. “In 25 anni non ho mai avuto problemi di tolleranza o fenomeni infiammatori”, sottolinea il medico. La procedura mantiene inoltre la caratteristica della reversibilità: in caso di necessità, la lente può essere rimossa riportando l’occhio alle condizioni precedenti. Questo elemento di sicurezza, unito a una corretta informazione sui materiali e sull’esperienza clinica consolidata, contribuisce a ridurre le preoccupazioni dei pazienti rispetto alla natura intraoculare dell’intervento.