Nonostante il bando introdotto nel 1992, l’amianto rimane una minaccia attuale. Come ha dichiarato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona):
«Oltre 7 000 vittime in un anno in Italia. Numeri che non appartengono al passato, ma raccontano di famiglie spezzate e vite umane sacrificate per profitto».
Il presente lo dimostra: nel 2024 la Lombardia ha registrato oltre 2 000 decessi per malattie correlate all’amianto, tra cui mesoteliomi e tumori polmonari. Paradossalmente, la stessa regione gioca un ruolo centrale anche nello smaltimento: viene qui gestito circa il 33 % dell’amianto raccolto nel Paese.
Il peso dei dati sanitari
L’amianto espone a fibrogeni pericolosissimi: mesotelioma, asbestosi e tumori polmonari. Il mesotelioma, tumore altamente letale con latenza di 30–40 anni, è responsabile dell’80 % dei decessi da amianto.
Secondo l’Iss-Istisan (rapporto 2023), tra il 2010 e il 2020 si sono contati in media 1 545 morti annuali per mesotelioma, di cui circa un terzo donne. Tra gli under 50 si nota una lieve diminuzione: un segno che il divieto del ’92 sta producendo effetti positivi.
Un materiale amato dalla modernità…ma nocivo
L’amianto – materiale appartenente alla famiglia dei silicati – è stato ampiamente utilizzato per la sua resistenza, il basso costo e la versatilità, trovando impiego nell’edilizia, nella cantieristica navale, nel trasporto su rotaia e perfino in velivoli. Le fibre più pericolose rimangono il crisotilo, la crocidolite e l’amosite.
Nonostante il bando, l’eredità dell’amianto persiste nei 375 comuni italiani dove i tassi di mortalità rimangono superiori alla media regionale (secondo il “Libro bianco delle morti da amianto in Italia – 2022”).
Bonanni lancia un avvertimento:
«Le bonifiche procedono troppo lentamente, anche se tutte le istituzioni sanno quanto sia urgente».
La Lombardia sotto la lente
Oggi la Lombardia conta oltre 213 000 siti o strutture con amianto censiti dalle ATS. Entro il 2032, l’obiettivo è ridurre a 520 000 m³ i materiali da bonificare — un drastico taglio rispetto ai 2,8 milioni di m³ censiti nel 2007.
Affidarsi solo a imprese qualificate
Non tutte le aziende garantiscono sicurezza o rispettano le normative. In ambito di bonifica, è fondamentale affidarsi a imprese iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali – categoria 10 (beni contenenti amianto) e 10A/10B (coperture, isolanti, materiali friabili) .
Solo queste aziende:
- sono abilitate ufficialmente alla raccolta, trasporto e bonifica, come MBA Ambiente;
- garantiscono formazione specifica del personale e uso di attrezzature adeguate;
- operano nel rispetto dei flussi informativi tramite il sistema Ge.M.A., che collega i piani di lavoro con le ATS.
Un intervento non eseguito da un’impresa autorizzata comporta rischi legali, sanitari e ambientali.
Perché intervenire subito?
L’amianto è una minaccia silenziosa che agisce nel tempo, ma i suoi effetti sulla salute, sull’ambiente e persino sul valore economico degli immobili sono drammatici e concreti. Rimandare la bonifica non è mai una scelta saggia. Ecco perché è fondamentale intervenire al più presto:
Salvaguardare la salute pubblica e individuale
Il rischio sanitario legato all’amianto è altissimo: l’inalazione delle sue fibre può provocare malattie croniche e spesso letali come mesotelioma, asbestosi e tumori polmonari. Non esiste una soglia di sicurezza: ogni esposizione aumenta il rischio. Eliminare tempestivamente la fonte di contaminazione significa proteggere non solo i lavoratori e gli abitanti dell’immobile, ma anche l’intera comunità circostante.
Evitare sanzioni e responsabilità legali
In Italia, la normativa vigente prevede l’obbligo di messa in sicurezza e bonifica per i proprietari di edifici e siti in cui sia presente amianto. Non intervenire può comportare pesanti conseguenze legali, incluse sanzioni amministrative e responsabilità civili e penali in caso di danni alla salute di terzi. Bonificare ora significa agire nel rispetto della legge e prevenire controversie giudiziarie.
Tutela dell’ambiente
L’amianto non è solo una minaccia per chi lo respira, ma anche per il suolo, l’acqua e l’ecosistema. Le fibre, disperse dagli agenti atmosferici o dal degrado dei materiali, possono contaminare aree ben oltre il sito originario. Bonificare rapidamente evita la diffusione di fibre nocive e contribuisce a preservare l’ambiente per le generazioni future.
Aumentare il valore e la sicurezza degli immobili
Un edificio contenente amianto è percepito come pericoloso, obsoleto e poco appetibile sul mercato. Effettuare una bonifica certificata, sostituendo le coperture o i manufatti contaminati con materiali sicuri ed efficienti, non solo elimina un rischio, ma valorizza l’immobile, rendendolo più competitivo, attrattivo e conforme agli standard di sicurezza e sostenibilità.
Rispettare le scadenze di legge
In Lombardia, e più in generale in Italia, sono già state fissate scadenze per la rimozione completa del cemento-amianto entro il 2032. Agire subito consente di programmare i lavori con calma, ridurre i costi ed evitare corse dell’ultimo minuto che potrebbero tradursi in lavori frettolosi e più costosi.
Dimostrare responsabilità sociale
Intervenire immediatamente non è solo un dovere legale, ma anche un atto di responsabilità verso la comunità, i lavoratori e l’ambiente. È una scelta etica che dimostra attenzione e rispetto per la salute collettiva e la qualità della vita.
Urgono azione e responsabilità
I dati sono inconfutabili: l’amianto continua a colpire, ma l’Italia e in particolare la Lombardia dispongono delle strutture e delle risorse per affrontare la crisi. A patto di agire con decisione, competenza e trasparenza.
Affidarsi a imprese regolarmente iscritte, completare le bonifiche entro le scadenze, sostenere le vittime e accelerare gli interventi sono passaggi imprescindibili per vincere questa battaglia di salute pubblica.
L’amianto non è solo un ricordo del passato. È un’emergenza ancora viva. Agire oggi significa proteggere il domani.