«È una lezione vivente, un’armonia tra fede e ragione, spiritualità ed arte». Con queste parole Federico Romani, Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, descrive uno dei luoghi più iconici al mondo: la chiesa e il complesso monastico di Santa Maria delle Grazie a Milano, che custodisce l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
Un capolavoro iniziato alla fine del Quattrocento, che ha attraversato secoli di storia mantenendo intatta la sua straordinaria capacità di emozionare. «È un’opera che è sopravvissuta, nata in un contesto complicato» sottolinea Romani, ricordando le vicissitudini che hanno messo a rischio questo patrimonio dell’umanità.
Un po’ di storia
L’Ultima Cena occupa l’intera parete del refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie. Leonardo la realizzò tra il 1495 e il 1498, utilizzando una tecnica sperimentale con tempera e olio su intonaco. L’opera immortala il momento drammatico in cui Cristo annuncia che uno dei dodici apostoli lo tradirà.
Come ricorda Romani, l’opera «è sopravvissuta alle bombe, è sopravvissuta addirittura a modifiche come l’inserimento di quella porta che ha cancellato i piedi di Gesù Cristo». Il momento più critico arrivò nel 1943: i bombardamenti alleati distrussero gran parte del convento, ma il refettorio rimase miracolosamente in piedi. Nel 1980 il sito ottenne il riconoscimento UNESCO.

L’impegno nel conservare il sito UNESCO
«Noi abbiamo il dovere di custodirlo, di proteggerlo, di tramandarlo alle nuove generazioni» afferma Romani. La particolare tecnica utilizzata da Leonardo rende il Cenacolo estremamente fragile. «Permettiamo di visitarlo nei limiti dell’opera, essendo di difficile conservazione» spiega il Presidente.
La Regione sostiene la conservazione attraverso il circuito UNESCO e l’Avviso Unico Cultura, che «permette di concedere contributi di oltre cinque milioni e mezzo per le opere culturali, quindi in primis anche quelle riguardanti Santa Maria delle Grazie».
Il Cenacolo rappresenta uno dei fiori all’occhiello della Lombardia. «Per visitare l’opera si scatena un afflusso di turisti» evidenzia Romani. Un patrimonio che genera ricadute concrete per il territorio, inserendosi in un contesto ricco che comprende «il nuovo Skyline, le fiere, l’autodromo di Monza». Un’opera che continua a essere «forse la più conosciuta nel mondo».
GUARDA LA GALLERY (4 foto)