Novembre azzurro: dalla robotica alla Ricerca, in Humanitas Mater Domini al centro la salute maschile. Intervista al dott. Taverna

Interventi con il supporto della robotica, nuove tecniche chirurgiche e Ricerca scientifica. Intervista al resp. Urologia dell’ospedale di Castellanza e specialista dei centri medici Humanitas Medical Care sul territorio

Novembre azzurro: dalla robotica alla Ricerca, in Humanitas Mater Domini al centro la salute maschile. Intervista al dott. Taverna

Dottor Taverna, novembre è il mese dedicato alla prevenzione maschile. Perché è importante parlarne, soprattutto quando si tratta di tumore alla prostata?

«Oggi, più che mai, i numeri parlano chiaro. Il tumore della prostata rappresenta una delle neoplasie più diffuse tra gli uomini: ogni anno nel mondo vengono registrate oltre 1,4 milioni di nuove diagnosi, e in Italia solo nel 2024 se ne sono stimate circa 41.000.1 È un dato che ci impone di non abbassare la guardia: il carcinoma prostatico non è soltanto una sfida per chi lo affronta – comprese le famiglie- ma un vero problema di salute pubblica che crescerà nei prossimi decenni.2 Le stime internazionali della Lancet Commission on Prostate Cancer, infatti, indicano che entro il 2040 potremmo arrivare a quasi tre milioni di nuovi casi l’anno.»

Dati importanti, di cui dobbiamo prenderne atto. Cosa possiamo fare?

«Sembra banale, ma non lo è. La parola chiave è sempre “prevenzione”, accostata a “consapevolezza”. Continuare a far conoscere la malattia e al fatto che sia legata sì a fattori non modificabili – come l’età, la familiarità o la genetica – ma anche a quelli modificabili, sul quale possiamo agire adottando stili di vita sani. Parliamo di un’alimentazione equilibrata, povera di grassi saturi e ricca di frutta, verdura e fibre; attività fisica regolare; astensione dal fumo e consumo moderato o nullo di alcol. Anche il mantenimento del peso corporeo è fondamentale. Piccoli gesti quotidiani, insomma, che nel lungo periodo possono fare la differenza.»

Humanitas Mater Domini è da anni un punto di riferimento per la cura dei tumori prostatici. Quali innovazioni avete introdotto nel corso degli anni?

«Negli anni abbiamo compiuto passi avanti importanti e altrettanti ne vorremo fare. Dall’affiancamento alla chirurgia robotica, allo studio di nuove tecniche chirurgiche fino alla Ricerca sul naso elettronico, per la diagnosi non invasiva e precoce del tumore della prostata.»

Un passo alla volta. Partiamo della robotica: come funziona l’intervento?

«La nostra équipe e il nostro ospedale sono stati sempre attenti e al passo con il concetto di “innovazione”. Utilizziamo ormai da 10 anni il sistema “Da Vinci X”.

È una piattaforma che traduce i movimenti del chirurgo in gesti estremamente precisi, eliminando il tremore fisiologico della mano e offrendo una visione tridimensionale ingrandita del tavolo operatorio fino a dieci volte. Questo permette allo specialista di operare su dettagli anatomici che osserva con un’efficace magnificazione, superando i limiti legati alla difficoltà di trattare con la chirurgia mininvasiva laparoscopica quelle patologie in sedi anatomiche difficili da raggiungere. Questo significa interventi mininvasivi, incisioni più piccole, minori perdite di sangue, meno dolore post-operatorio e una ripresa molto più rapida.

Per questo, con il supporto della robotica è stato possibile eseguire di interventi di complessità crescente, che avessero l’obiettivo di rimuovere il tumore e/o la ghiandola prostatica, salvaguardando però anche le terminazioni nervose allo scopo di ridurre le problematiche legate alla ripresa della funzionalità sessuale.

In questi anni, però, non avete lavorato solo per preservare la funzionalità sessuale. Corretto?

«Esatto. In Humanitas Mater Domini, abbiamo studiato una nuova tecnica chirurgica, la TZ Sling, che perfeziona la prostatectomia radicale robotica con l’obiettivo di velocizzare la continenza urinaria nei pazienti. Si tratta di una procedura ideata insieme al dottor Matteo Luigi Zanoni, che utilizza gli stessi tessuti muscolari del paziente, accuratamente preservati, per migliorare il controllo urinario dopo l’intervento. I risultati sono incoraggianti: il 72% dei pazienti recupera la continenza già a una settimana dalla rimozione del catetere, rispetto al 58% ottenuto con le tecniche tradizionali. È un traguardo importante, pubblicato anche sul World Journal of Urology

Accanto alla chirurgia, anche la Ricerca gioca un ruolo fondamentale. Ci racconta il progetto del “naso elettronico”?

«È uno dei progetti di ricerca a cui sono ovviamente più affezionato. In collaborazione con la prof.ssa Laura Capelli del Politecnico di Milano, stiamo sviluppando un prototipo di “naso elettronico” capace di riconoscere la presenza del tumore della prostata analizzando semplicemente un campione di urina.

L’obiettivo è rendere la diagnosi più semplice, rapida e non invasiva. I risultati preliminari, pubblicati sull’International Journal of Urology, mostrano un’accuratezza dell’85% nel riconoscere la malattia: un passo concreto verso un futuro in cui potremo individuare il tumore molto prima, senza bisogno di procedure invasive come la biopsia.»

Il vostro approccio è chiaramente a 360 gradi. Siete anche identificati come Centro Multidisciplinare. Cosa vuol dire?

«Oltre all’innovazione, alla Ricerca e la tecnologia, a fare la differenza sono poi le persone, gli specialisti. In Humanitas Mater Domini per i nostri pazienti è presente un’équipe multidisciplinare, che comprende urologi, oncologi, radioterapisti, andrologi, fisioterapisti, psicologi e personale infermieristico. Ogni caso viene discusso multi disciplinarmente allo scopo di personalizzare al meglio la terapia per ogni singolo paziente.

Contestualmente, con lo psicologo, in particolare, prima dell’intervento organizziamo dei veri e propri counselling, ossia incontri informativi per pazienti e familiari, utili per comprendere il percorso chirurgico e affrontarlo con maggiore serenità. Non solo. Abbiamo inoltre un ambulatorio dedicato al recupero funzionale pelvico e andrologico, che segue il paziente anche dopo l’operazione.

Il nostro obiettivo è cercare, al meglio delle nostre possibilità, di restituire non solo la salute, ma anche la qualità di vita. Per questo, dal 2022, siamo identificati come Centro Multidisciplinare, avendo ottenuto il Bollino Azzurro da parte di Fondazione Onda. Questo riconoscimento certifica annualmente l’impegno degli ospedali che garantiscono percorsi di prevenzione, diagnosi e cura dedicati alla salute maschile, in particolare al tumore della prostata»

Dottor Taverna, se dovesse riassumere il messaggio di questo “Novembre Azzurro”?

«La prevenzione è la prima forma di cura. La consapevolezza, invece, un obiettivo sempre più importante per contrastare il tumore della prostata, ma anche le altre neoplasie, come quella renale, vescicale e testicolare»

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Tumore della prostata: sfatiamo i falsi miti

 

  1. AIOM, AIRTUM, et al. I numeri del cancro in Italia 2023
  2. James ND, et al. The Lancet Commission on prostate cancer: planning for the surge in cases. Published online April 4, 2024. doi:10.1016/S0140-6736(24)00651-2