Legalità

Nasce “Casa Letizia Battaglia”: nuova vita per l’immobile confiscato alla criminalità

L'immobile sarà destinato a progetti di housing sociale promossi dall'associazione Una Casa Per Te e dalla Cooperativa Intrecci

Nasce “Casa Letizia Battaglia”: nuova vita per l’immobile confiscato alla criminalità

Da luogo di illegalità a simbolo di rinascita civica. È stata ufficialmente inaugurata domenica ad Arluno la casa confiscata di via San Francesco d’Assisi un tempo dimora di Francesco Riitano, detto Ciccio, arrestato nel 2019, considerato dall’autorità giudiziaria legato al clan ‘ndranghetista dei Gallace e ritenuto a capo di un gruppo di narcotrafficanti con base proprio ad Arluno, in seguito smantellato con l’operazione Area 51.

Nuova vita per la casa confiscata alla ‘ndrangheta

L’immobile, sito nella frazione di Rogorotto e intitolato alla fotografa palermitana Letizia Battaglia, diventa con la sua riqualificazione il fulcro di un progetto di housing sociale portato avanti dalla Cooperativa Intrecci e dall’associazione Una Casa Per Te di don Massimo Mapelli, intervenuto durante la cerimonia di inaugurazione:

“Io sono contento di essere qui oggi perché questo bene ha una storia importante. Ricordo come tutto ebbe inizio nel 2019, quando iniziammo un percorso entrando in questa casa che all’epoca non era ancora tecnicamente confiscata, ma era solo sequestrata. Francesco Riitano era latitante e ci fu una visione di un’amministratrice e anche del Tribunale che proposero di riconvertire subito l’immobile per fini sociali per dare un segnale e fare in modo che potessimo prendere in mano questo luogo. Ebbero ragione perché quando entrammo qui c’erano già 11mila euro di danni, che furono ripianati in parte grazie ai ragazzi che vivono con me in comunità e che sono venuti qui a lavorare e in parte grazie alla Cgil di Prato, che dopo essere venuti in visita si resero conto della situazione e ci diedero una mano con una raccolta fondi”.

Nasce "Casa Letizia Battaglia": nuova vita per l'immobile confiscato alla criminalità
Il taglio del nastro da parte del sindaco Colombo

Presenti all’evento i due sindaci arlunesi che in questi anni si sono adoperati per restituire l’immobile alla comunità, Moreno Agolli e Alfio Colombo. Proprio l’attuale primo cittadino Colombo ha voluto sottolineare l’impegno preso dalle due amministrazioni e ringraziare l’assessore Matteo Zappa, che negli anni ha seguito il progetto come membro di entrambe le giunte:

“Abbiamo fatto bene a sostenere questo percorso e a dedicarlo a Letizia Battaglia; ieri ho sentito la figlia ed era molto contenta di questa iniziativa. La mafia per anni è stata pensata come qualcosa di relegato al sud Italia, che non ci interessasse, invece da anni sappiamo come la penetrazione mafiosa in alcuni settori economici trova esponenti conniventi all’interno della società: questo intreccio è non solo capillare ma pericolosissimo. Quando la coordinatrice della direzione distrettuale antimafia Alessandra Dolci venne ad Arluno esortò gli arlunesi a essere sentinelle del territorio, perché se lasciamo sole le istituzioni e alle forze dell’ordine il confronto è impari. Io penso che l’indifferenza sia la cosa peggiore che possa esserci in un contesto di questo tipo e se tornassimo ad avere un senso civico come quello avuto da Letizia Battaglia sono convinto che riusciremo a contrastarli con più forza e con più efficacia”.