Un mese al via. Il 23 novembre tutti a San Vittore Olona per il grande spettacolo della corsa campestre.
Torna la classica Cinque Mulini, la numero 93.
Un mese al via della “Cinque Mulini”
«I lavori fervono da tempo, in primis si deve adattare il percorso alle esigenze della Federazione Italiana di Atletica Leggera», così comunica Luca Zaffaroni, vicepresidente dell’Unione Sportiva Sanvittorese 1906, una delle tante anime del sodalizio lombardo. «Il tracciato – continua Luca Zaffaroni, con ormai 34 anni di esperienza all’interno della manifestazione – è quello collaudato nel corso degli ultimi 10 anni, denominato “Il Vallo”, con il passaggio all’interno del mitico “Mulino Meraviglia».
«La novità consiste nel chilometraggio che gli atleti dovranno affrontare. Solitamente la Cinque Mulini si disputava sui 10 km, ora saranno poco più di otto (km 8,200). Lentamente ci stiamo avvicinando a quanto richiesto dalla Federazione Europea, parificando il chilometraggio maschile a quello femminile, che supera di poco i sette chilometri (7,200)».
Dunque, tutto uguale alla scorsa edizione?
«Certo, riconfermiamo anche il cross corto che chiuderà la giornata. Domenica 23 novembre il via sarà con le gare master per proseguire per tutta la giornata. Ricordo che nel 2024 parteciparono al cross corto almeno tre quarti della formazione azzurra che s’impose ad Antalya in Turchia (Europei di corsa campestre) nella staffetta mista di cross».
Come tutti gli anni, ogni organizzatore si trova alle prese con mille problemi, da quelli economici alla ricerca di atleti e atlete che possano sempre dare lustro alla manifestazione: quest’anno come stanno andando i contatti con gli atleti e con i manager?
«È presto per anticipare nomi, lo spostamento a novembre della gara ci ha permesso di presentare parecchi italiani al via, pronti a giocarsi le loro carte per la maglia azzurra in vista degli europei in Portogallo. Speriamo sia così anche quest’anno. Problemi di budget ne hanno tutti: ad esempio, non penso ci siano manifestazioni di cross che possano competere con quelle spagnole. Per reggere l’urto, andiamo a scoprire atleti che in un futuro prossimo possano divenire grandi campioni. In questo caso, senza andare a scomodare i miti degli anni Settanta/Ottanta, vorrei ricordare qualche nome che appare nell’Albo d’Oro, citandone solo alcuni: Faith Kipyegon, oppure Selomon Barega, Jakob Kiplimo, oppure Vinfred Yavi che con i colori del Bahrein ha vinto i 3000 siepi ai Giochi di Parigi. Questi sono i primi nomi che ricordo, ma ce ne sono molti altri. Nomi sul mio taccuino ne ho diversi, senza contare che sono stato contattato da manager di atleti di caratura mondiale. Insomma, carne al fuoco ne abbiamo. Vedremo».