“Uniamoci per combattere maranza e baby gang”: l’appello dell’ex magistrato Ambrogio Moccia da Legnano.
La lotta a maranza e baby gang, il convegno
Una mattinata di lavoro, tra istituzioni e Forze dell’ordine, per affrontare uno dei temi più attuali anche nel nostro territorio: quello dei maranza e delle baby gang. Un fenomeno che riguarda molti ragazzi, che nasce da un’emergenza educativa, di crescita, disagio sociale che può sfociare anche un fenomeno criminale. Di questo si è parlato la mattina di oggi, mercoledì 15 ottobre 2025, nel municipio di Legnano: relatore d’eccezione Ambrogio Moccia, ex magistrato e autore di manuali di diritto e procedura penale oggi assessore alla Legalità del Comune di Monza. Davanti a lui, per l’evento promosso dall’Associazione nazionale Carabinieri di Legnano del presidente Antonio Lotito, una platea composta da amministratori comunali locali, rappresentanti dei Carabinieri, Polizia di Stato, Polizie Locali dell’Altomilanese, Vigili del fuoco, Protezione civile e del terzo settore, tra cui la cooperativa Albatros. Fin da subito, chiaro il messaggio: questo fenomeno no va sminuito né banalizzato, non si può affrontare solo con la repressione ma occorre puntare anche su educazione e prevenzione.
Il sindaco Lorenzo Radice ha esordito:
“Oggi siamo qui per provare a trovare una risposta a questa problematica, è importante continuare e interrogarsi, a farsi domande. Di fronte a cambiamenti forti, come quell0 dell’emergenza educativa, occorre mettere in campo una sicurezza integrata, nella quale serve il coinvolgimento di tutti, dell’intera comunità”.
I maranza: chi sono
Nel dettaglio del fenomeno si è addentrato Moccia:
“Si tratta di gruppi di ragazzi non inquadrabili in baby gang, queste ultime sono più portate a commettere crimini”.
L’ex magistrato, vocabolari alla mano, ha illustrato il significato di maranza: “Ragazzo, o meno frequentemente ragazza, che appartiene a gruppi di giovani che condividono o ostentano atteggiamenti da strada, particolari gusti musicali, capi d’abbigliamento e accessori appariscenti e un linguaggio spesso volgare” o “giovane che fa parte di comitive o gruppi di strada chiassosi, caratterizzati da atteggiamenti smargiassi e sguaiati e con la tendenza ad attaccar briga, riconosciuti anche dal modo di vestire appariscente (con capi e accessori griffati, spesso contraffatti) e dal linguaggio volgare”.
Moccia ha spiegato:
“Questi giovani vanno recuperati con il dialogo. Così che non subiscano la tentazione di andare in contrasto con il mondo degli adulti: spesso loro, che non hanno avuto il giusto supporto dalla famiglia o dalla scuola, vedono gli adulti non come amici e manifestano il loro antagonismo”.
E ancora:
“Può capitare che dei maranza facciano delle rapine ma non lo fanno per poi rivendere il bottino ma per promuovere una sottomissione della vittima; non si aggregano per commettere rapine ma per esercitare la loro supremazia verso i coetanei e su piccoli tratti di territorio”.
L’allarme è dietro l’angolo:
“Esiste il pericolo di una degenerazione di questi comportamenti? Certo”.
Il mondo delle baby gang
L’ex magistrato ha proseguito:
“Mi sono occupato di un caso. A Milano ci sono le “Pandillas”, organizzazioni criminali dedite ai reati soprattutto contro la persona e allo spaccio di droga, hanno la loro casa madre nell’America centrale, un esempio è quello dell’Ecuador, e hanno ripercussioni sul territorio del nord Italia. In un fatto che ho seguito, vi è stato un omicidio e un altro giovane con la vita rimasta appesa a un filo”.
Il messaggio: “Lavoriamo insieme”
Moccia ha lanciato il suo appello:
“Occorre tenere alta l’attenzione su certi fenomeni di degrado e anti legalità, si può arrivare a fenomeni di emulazione e imitazione. La preoccupazione di deve essere: non un allarme ma prestiamo attenzione ai segnali che arrivano”.
Dall’ex magistrato una riflessione:
“È deprecabile dire che una volta certi fenomeni non c’erano, che ora il mondo è più cattivo, che si rispettavano gli anziani e che non si litigava per strada. Ho trovato un libro molto vecchio, “La guerra dei bottoni”: parla di due bande di ragazzi che si contendevano il territorio, per affermare la propria supremazia sull’altra, una banda strappava i bottoni agli avversari così da mortificarli. Questi fenomeni, quindi, succedevano, è che ora vengono amplificati dai media”.
C’è poi il ruolo dei film, “come ‘La paranza dei bambini’ che però porta a un’esaltazione della condotta trasgressiva” ha ricordato Moccia, o i social, la musica trap (“cantanti che sicuramente sono ispiratori di questi comportamenti”).
Moccia ha concluso:
“L’antidoto a queste problematiche? La coesione e la co-azione di tutti gli educatori, insegnanti e istituzioni e, quando serve, delle Forze dell’ordine”.
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