Musica

Gran finale, tutto al femminile, per il District Festival

Scighera, Giorgieness e Le Bambole di pezza per l'ultima serata della tre giorni targata Centro civico Pertini-Il Salice.

Gran finale, tutto al femminile, per il District Festival

La terza e ultima serata del District Festival 2025, la tre giorni di musica promossa dal Centro civico Pertini-Il Salice di Legnano, si chiude con Schighera, Giorgieness e le Bambole di Pezza. Una scelta artistica tutta al femminile, per nulla scontata, ma sfidante e lungimirante.

Scighera sul palco del District Festival

Schighera, all’anagrafe Giulia Cozzi, apre la serata in duetto con brani molto intimi. Polistrumentista, alterna tastiere, flauto traverso e chitarra, incuriosendo il pubblico con i pezzi del suo primo lavoro “Distrazione”. Nel mondo attuale, dove le canzoni devono dire tutto in pochi minuti, lei delizia il pubblico amante del suono con intro molto lunghi, creando atmosfere celtiche. Suggestiva nel finale, la cover di Battisti “E penso a te” è arrangiata delicatamente, senza troppi fronzoli, come è giusto fare per le canzoni di Lucio. Un talento della Lombardia, già al lavoro per il secondo album.

Giorgieness scalda il pubblico

I giri della serata aumentano con Giorgieness, la cantautrice sondriese all’anagrafe Giorgia. Sale sul palco dopo lunghi viaggi e jet lag pesanti sulle spalle. Le storie di viaggi bellissimi raccontate sui social non la fermano, anzi, sono per lei una carica esplosiva. La sua voce potente e graffiante scatena il pubblico. Salta da una parte all’altra del palco sotto i colpi del batterista “metallaro”, grande protagonista del live. Momenti toccanti sono accarezzati dalla sua chitarra acustica. I pezzi del suo ultimo lavoro, “Cuori infranti”, sono interessanti e coinvolgenti. Ricorda il dramma di Gaza, avvolgendo e cantando con la bandiera della Palestina; nel finale scende dal palco e, circondata dal pubblico, canta con la sua chitarra acustica. Abbiamo un’Anouk italiana? Artista esplosiva.

Il ritorno delle Bambole di pezza

Dopo il ciclone Giorgia, verso le 22.15 arrivano Le Bambole di pezza: determinate, concentrate e streghe pronte a scatenare l’inferno sul palco. Avevano già lanciato un avvertimento sul palco del Rugby Sound! Al Pertini continuano a fare scorribande sul palco con melodie coinvolgenti, giri di chitarra sostenuti di Dani e assoli di Morgana. Dietro, la strega Xina è impegnata nella distruzione della batteria, ma si distrae per cantare la cover di “These Boots Are Made for Walkin’”, mentre Cleo, dopo aver percorso incessantemente il palco da una parte all’altra, si rilassa suonando la batteria egregiamente. La bassista Kay, impegnata a disegnare le linee di basso, alterna danze sensuali e delizia il pubblico con un suo brano. Durante il live, Dani chiede al pubblico di far suonare le chiavi come simbolo per scoprire nuove strade, esortando le donne a prendersi il proprio destino. Nella scaletta, tra hit, ci sono anche i brani dell’ultimo lavoro “Wanted”, con pezzi come “Capita”, “Senza permesso” e “Stuntman”. Un progetto artistico tutto da scoprire. Esce il loro lato “dolce”, facendo salire sul palco dei bambini; non mancano abbracci tra Cleo e i fan durante il live. Nel finale, le Bambole regalano un’intensa versione di “Furore” di Raffaella Carrà. La serata si chiude con foto di rito e autografi con le Bambole per circa un’ora. Fabio e Titti, due fan storici, donano a Morgana un cd originale di un concerto fatto al Circolone di Legnano nel lontano ’98.

“Energia nuova al quartiere e a tutta la città”

Così Riccardo Meraviglia, direttore artistico del Festival:

“Il District Festival si è concluso con un risultato molto positivo: tre giornate di musica e partecipazione che hanno dato energia nuova al quartiere e a tutta la città. Non si tratta di un evento calato dall’alto, ma della naturale continuazione di ciò che al Pertini – Il Salice portiamo avanti ogni giorno: cultura, inclusione e momenti di comunità. Abbiamo voluto mettere in dialogo artisti emergenti del territorio e band già conosciute, spaziando tra rap, pop rock, elettronica e rock, e il pubblico ha apprezzato questa varietà. Il vero valore aggiunto però lo hanno dato i volontari, con il loro impegno e la loro dedizione: sono loro che, anno dopo anno, permettono al festival e alle tante altre attività di far crescere e vivere Mazzafame”.