Da Parabiago al mare e ritorno in meno di 27 ore. Più di 50 ciclisti protagonisti dell’ultima Randonnée Libero Ferrario nata per celebrare il campione parabiaghese anche tra gli amanti delle ultra distanze.
Un percorso di oltre 400 chilometri
Un percorso di 414 chilometri con partenza e arrivo al Campo sportivo Venegoni Marazzini di Parabiago. I ciclisti hanno seguito una traccia che li porterà attraverso la pianura Padana fino ad Alessandria e poi ad Acqui Terme; da qui hanno preso il celebre Passo del Turchino per guadagnare il mare ligure. Hanno costeggiato la litoranea fino a Varazze, dove la traccia ha ripiegato verso l’interno. Hanno affrontato il Passo del Giovo per accedere alla Val Bormida e ritornare ad Acqui Terme. La strada del ritorno, tuttavia, ha seguito una rotta diversa che ha portato i ciclisti attraverso buona parte del Monferrato, con i suoi dolci saliscendi. Dopo Casale Monferrato, il dislivello è tornato a zero e i randonneur hanno tagliato nuovamente la pianura piemontese e lombarda fino a raggiungere il traguardo.
Nessun vincitore, è lo spirito della Randonnée
La partenza è avvenuta tra le 18 e le 19 di sabato 19 luglio. I partecipanti hanno quindi avuto a disposizione 27 ore per completare il percorso e raccogliere i timbri dei checkpoint dislocati lungo il tragitto. All’arrivo, tuttavia, tutti sono risultati vincitori e meritevoli in egual misura, in quanto le randonnée non sono competizioni, ma prove di resistenza rivolte soprattutto a se stessi. Poco importa, infatti, l’ordine di arrivo, tanto che non è prevista alcuna classifica ne tantomeno una premiazione.
Lo spirito della manifestazione
Le manifestazioni di questo tipo sono disciplinate da ARI – Audax Randonneur Italia e sono valevoli per le omologazioni internazionali che fanno capo all’Audax Club Parisien. Il Gruppo Ciclistico Libero Ferrario si rende promotore di questo ciclismo, diverso dalle tradizionali gare, ma dal sapore mitico e antico. Questo modo di intendere le manifestazioni ciclistiche è anche un modo di valorizzare il territorio attraverso la scoperta dei paesaggi e della cultura dei luoghi attraversati, senza l’assillo della competizione, della media e del cronometro. I ciclisti, in questo caso, non sono avversari, ma compagni di viaggio. I randonneur si impegnano non solo a raggiungere l’obiettivo, ma anche ad aiutare gli altri avventori nel perseguire la meta.