A lezione di ecologia

Scuola e ambiente: oltre 4300 studenti coinvolti nel progetto del Consorzio dei Navigli

Quest'anno il focus era sull'inquinamento prodotto dall'industria tessile. Coinvolte scuole di tredici comuni dell'Ovest Milano

Scuola e ambiente: oltre 4300 studenti coinvolti nel progetto del Consorzio dei Navigli
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È terminato in questi giorni il progetto di educazione ambientale sull’inquinamento del pianeta che, per l’anno scolastico 2024 – 2025, ha interessato le scuole di ogni ordine e grado e coinvolto oltre 4300 studenti di 13 Comuni del Sud Ovest Milanese soci di Consorzio dei Navigli SpA, società che si occupa di gestione integrata dei rifiuti, educazione ambientale e promozione turistica del territorio che si estende a ridosso del Naviglio Grande.

Oltre 4300 studenti coinvolti nel progetto del Consorzio dei Navigli

Si tratta del progetto “Quanto mondo abbiamo addosso?” che, mediante lezioni teoriche e partiche tenute da educatori adeguatamente formati, ha permesso in particolare di approfondire il tema dell’inquinamento prodotto dall’industria tessile.

Nel periodo compreso tra ottobre 2024 e giugno 2025 il progetto ambientale ha interessato 215 classi con un totale di 1552 ore di formazione e coinvolto 4300 studenti delle scuole dei seguenti comuni: Arluno, Bernate Ticino, Besate, Bubbiano, Casorate Primo, Cisliano, Corbetta, Cusago, Inveruno, Mesero, Morimondo, Vanzaghello e Vittuone.

Il commento del presidente Ferré

Le 215 classi delle scuole del territorio sono così suddivise: 34 infanzia con 136 ore di formazione; 111 primaria con 888 ore; 59 secondaria di primo grado con 472 ore; 11 secondaria di secondo grado con 88 ore. A testimoniare il buon esito del progetto ci ha pensato Carlo Ferré, presidente del Consorzio dei Navigli:

«Il progetto è stato molto apprezzato dai giovani. L’inquinamento provocato dall’industria tessile è di grande attualità. Gli abiti sono al quarto posto per consumo di risorse e in media, ogni cittadino, butta via 11 kg di vestiti all’anno, tra scarpe e altri prodotti in tessuto. Studenti di tutte le età hanno preso coscienza dei materiali con cui sono fatti i vestiti toccandoli con le loro mani e capendo anche attraverso la vista (leggendo le etichette) e il tatto (toccando i vari abiti) le varie differenze. Hanno compreso l’importanza di un acquisto più consapevole, di donare o vendere vestiti ancora in buono stato, di buttare gli indumenti nel modo corretto se ormai rotti per riciclare i materiali dandogli così una nuova vita. Il Consorzio dei Navigli ha da tempo avviato anche la raccolta del rifiuto tessile attraverso l’installazione di appositi cassoni con relativa cartellonistica all’interno delle piattaforme ecologiche dei Comuni Soci».

L’inquinamento causato dal mondo dell’industria tessile, spiegano dal consorzio, è in gran parte riconducibile alla “fast fashion”, settore dell'industria dell’abbigliamento che produce collezioni nuove in tempi brevissimi (più di 50 collezioni all’anno) mediante l’utilizzo di materiali inquinanti e di scarsa qualità. Il risultato di tutto questo è la produzione di circa 480.000 tonnellate di rifiuti (tra scarti industriali e abiti), l’emissione di 5 miliardi di tonnellate di CO2, l’utilizzo di circa 79.000 miliardi di litri di acqua ogni anno. Inoltre, questo settore produttivo è responsabile del 35% delle microplastiche, derivanti dal lavaggio di capi sintetici, che finiscono nei mari e negli oceani.

In conclusione è intervenuto Christian Migliorati, direttore del Consorzio dei Navigli:

«Con il progetto “Quanto mondo abbiamo addosso?” abbiamo volutamente raggiunto anche le scuole dell’infanzia con l’idea di formare fin da piccoli cittadini più consapevoli e attenti all’ambiente. In questi anni abbiamo sostenuto diversi progetti di educazione ambientale nelle scuole del territorio garantendo migliaia di ore di formazione gratuita per innescare processi virtuosi. Per il prossimo anno scolastico è già pronto il nuovo progetto “Clima…ticamente cambiando” che affronterà il tema dei cambiamenti climatici e delle azioni che possono essere messe in atto per salvaguardare il pianeta».