Delitto Carol Maltesi: Davide Fontana l'ha uccisa per non "ripiombare nella sua mediocrità"
Rese note le motivazioni della sentenza di appello bis che hanno confermato l'ergastolo. "Voleva mettere il corpo in una valigia, il Covid ha cambiato il suo piano".

Delitto Carol Maltesi di Rescaldina, rese note le motivazioni delle sentenza dell'appello bis che ha confermato l'ergastolo per Davide Fontana.
Delitto Carol Maltesi, Fontana ha ucciso "per non ripiombare nella sua mediocrità"
Il 15 maggio 2025 la sentenza del processo di appello bis aveva confermato l'ergastolo per Davide Fontana, reo confesso dell'omicidio di Carol Maltesi, da lui uccisa nel gennaio 2021 nella casa di corte di via Melzi a Rescaldina durante la registrazione di un video hot. Ora sono state rese note le motivazioni di quella decisione delle corte. Corte che ritiene che Fontana non abbia agito perchè la 26enne aveva comunicato di volersi trasferire a Verona: "Improbabile che la gelosia lo avesse indotto a premeditare l'omicidio, perchè gli bastava rinanerle comunque accanto" si legge nel dispositivo. Che prosegue: "Il rapporto instauratosi fra Maltesi e l'imputato non può essere letto alla stregua di un ordinario rapporto o relazione sessuale. L'imputato aveva sviluppato per la vittima un complesso rapporto di dipendenza. Tramite la ragazza l'imputato aveva vissuto 'una nuova vitaì al di fuori della sua precedente ordinaria e routinaria esistenza", "Fontana viveva di riflesso il successo di Carol e non doveva essere estraneo anche al ritorno economico", "Non si tratta quindi di assenza o meno di gelosia, l'imputato non poteva sopportare che la donna si allontanasse da lui malgrado quello che aveva fatto per lei"; per questo, per Fontana, il trasferimento di Maltesi lo avrebbe fatto "ripiombare nella sua mediocrità", imputato che con falsi account poteva continuare ad avere rapporti sessuali con la vittima, "con la quale aveva sviluppato una vera e 'dipendenza'".
La premeditazione, il corpo doveva finire in una valigia
La nuova sentenza conferma l'esistenza della premeditazione da parte di Fontana. Premeditazione che sarebbe provata dalla "trama" dell'ultimo film hard proposto da Fontana, "aveva già deciso che quale doveva essere l'epilogo del video violento" così come dall'introduzione sul "set" di "mezzi per commettere l'omicidio".
Infine, secondo la corte, il piano di Fontana non era quello di fare a pezzi il corpo della 26enne: "La corte ritiene che una evidente mancata pianificazione del post mortem sia da ricondurre invece alla ritenuta possibile eliminazione del cadavere in una valigia da trasportare in auto - si legge nella sentenza - Infatti Carol era una ragazza alta appena 1.45 metri e di un peso inferiore ai 50 chili, ben poteva essere contenuta in un trolley. Solo l'insorgere del Covid, che gli forniva quei giorni di tempo in più, induceva l'imputato a temporeggiare e ad escogitare altri modi per liberarsi dal corpo, apparendo difficile caricare un grosso bagaglio davanti a vicini di casa".