Un giovane rhodense al Parlamento Europeo
Matteo Salamina del liceo Clemente Rebora alla conferenza per la pace

Matteo Salamina, neodiciottenne rhodense del Liceo Rebora di Rho con una spiccata passione per la geopolitica e profonda sensibilità verso il tema della guerra, è stato invitato dall’europarlamentare Gaetano Pedullà (Movimento 5 stelle) a partecipare alla conferenza su «Le condizioni economiche per la pace» svoltosi al Parlamento Europeo a Bruxelles.
"L’Europa deve ripensare profondamente e urgentemente alla situazione in cui si trova"
Non si è trattato di una semplice trasferta, ma di un’immersione profonda nelle dinamiche globali che stanno plasmando il nostro futuro. L’evento che ha visto la partecipazione di figure di grande rilievo come l’economista Jeffrey Sachs, l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis e l’ex premier Giuseppe Conte ha offerto a Matteo una prospettiva chiara sulle sfide attuali e sulle possibili vie d’uscita. Matteo è tornato consapevole che «l’Europa deve ripensare profondamente e urgentemente alla situazione in cui si trova, avendo fallito dal punto di vista diplomatico».
La conferenza ha sottolineato come la crescita delle spese militari rischi di minare questi obiettivi
Il giovane rhodense ha colto il messaggio principale della conferenza: la pace duratura non si basa solo su accordi politici o militari, ma si costruisce giorno dopo giorno attraverso la giustizia economica che riduca le disuguaglianze e promuova la cooperazione internazionale. La conferenza ha sottolineato come la crescita delle spese militari rischi di minare questi obiettivi, spingendo invece verso un rafforzamento delle politiche sociali ed economiche.
Il giovane rhodense è convinto che la soluzione non sia l’escalation militare, ma il ritorno alla politica e alla diplomazia
Tornando a Rho, Matteo è convinto che la soluzione non sia l’escalation militare, ma il ritorno alla politica e alla diplomazia, rafforzando l’idea che la vera sicurezza non si ottiene solo con le armi, ma con «umanesimo radicale» che affronti i bisogni concreti dei cittadini. Matteo ha chiesto al presidente Giuseppe Conte «che cosa può fare un giovane rhodense per contribuire alla pace?». La risposta è stata chiara: la voce dei giovani conta, partecipare, informarsi, entrare nei luoghi del dibattito pubblico, come il Network Giovani, può fare la differenza. La sua storia è un esempio di come la partecipazione attiva dei giovani possa contribuire ad una società più consapevole ed informata. Un’iniziativa lodevole che dimostra come l’interesse per le dinamiche globali possa germogliare anche tra i banchi di scuola e portare un contributo significativo alla comunità locale.