"Il Signore mi ha trasformato in strumento di grazia": don Piero Visconti ha festeggiato 50 anni di sacerdozio
A riunirsi questa mattina nel campo dell'oratorio castanese sono stati i fedeli che gravitano attorno alle tre parrocchie (San Zenone, Madonna dei poveri e San Mauro di Buscate) e alle tre corali così come alle associazioni e alle istituzioni comunali

Una domenica di festa. E' quella andata in scena nella giornata di oggi, 8 giugno, a Castano Primo, teatro dei festeggiamenti del cinquantesimo di ordinazione del parroco don Piero Visconti.
La vigilia della festa e la ricorrenza vera e propria
Alla vigilia dell'appuntamento odierno il diretto interessato aveva parlato di "momento emozionante", denotato peraltro da un pizzico di "imbarazzo" ma anche da tanta soddisfazione per essersi rivelato capace di vivere appieno il dono del Signore e di mettere in pratica "la gioia nella quotidianità". Cinquant'anni di sacerdozio e tanta, tantissima gente a celebrare questa importante ricorrenza che ha portato il nome di don Piero Visconti, alla guida delle parrocchie di Castano Primo e Buscate.
Grande partecipazione con le tre parrocchie riunite
A riunirsi questa mattina nel campo dell'oratorio castanese sono stati i fedeli che gravitano attorno alle tre parrocchie (San Zenone, Madonna dei poveri e San Mauro di Buscate) e alle tre corali così come alle varie associazioni (tra cui Agesci, Alpini, Virtus calcio, Pallavolo Buscate, Protezione civile, Corpo musicale Santa Cecilia) e alle istituzioni comunali.
Don Piero: "Speranza, comunità e sorpresa hanno guidato il mio cammino al fianco del Signore"
Bambini, ragazzi, adulti e anziani: insieme hanno reso omaggio al traguardo raggiunto dal sacerdote, che ha messo in evidenza i punti focali della propria esperienza:
"Tre temi hanno accompagnato il mio cammino sacerdotale - ha spiegato il prevosto - Il primo è la speranza , quando sono diventato prete era un tema condiviso da tutti, c'era la volontà di costruire un mondo nuovo, ora la speranza è più difficile da vivere ma è ancora necessaria, dobbiamo essere tutti uomini di speranza; la seconda parola è la comunità, che fa crescere e insegna ad accogliere il dono dell'altro, la comunità può diventare la finestra aperta sul mondo intero; infine la sorpresa, Dio trova il mondo di sorprenderti, di strapparti dall'angoscia e di insegnarti a volare. È valsa la pena vivere così, Dio mi ha dato il centuplo, lo ringrazio perché mi ha preso così come sono e mi ha trasformato nello strumento della sua grazia, mi ha dato quel di più che il cuore desidera".