Farmacia comunale ceduta e prodotti invenduti, i chiarimenti del sindaco
Marco Re: «La collaborazione tra pubblico e privato offrirà maggiori servizi innovativi ai cittadini»

Dopo le polemiche nell'utlima seduta del Consiglio comunale di Sedriano in merito alla cessione a un privato della gestione della Farmacia comunale e anche riguardo la vendita dei residui di magazzino, rimasti in carico ad Azienda speciale in quanto «il concessionario, che aveva diritto di prendere tutta la merce, ha deciso che una parte non gli interessava e l’ha quindi lasciata», come ha spiegato l'assessore al Bilancio, alla Sanità e alla Farmacia comunale Giuseppe Pisano, arrivano ora ulteriori chiarimenti del sindaco e dell'Amministratore unico dell'Azienda speciale.
Le accuse
La discussione si è concentrata sul bilancio economico preventivo 2025 e sullo scioglimento, mediante procedura di liquidazione volontaria, dell'Azienda speciale Farmacie comunali di Sedriano. Il consigliere Alfredo Celeste, capogruppo di Noi con Sedriano e Roveda, ha espresso una netta opposizione a entrambe le delibere e l’intera minoranza ha deciso di non votarle, assentandosi momentaneamente dall’aula. Due le principali accuse rivolte all’Amministrazione:
«Non è possibile per legge vendere farmaci, a cui anche alcuni prodotti omeopatici ed erboristici sono equiparati, senza la licenza e questa non c’è più essendo stata ceduta all’azienda Benu – ha affermato Celeste – Inoltre i farmaci in giacenza devono essere detenuti in luogo autorizzato. Tra l’altro siamo già al terzo bando per vendere questi prodotti, per un valore di 15mila euro, e i due precedenti sono andati deserti».
Il consigliere di minoranza ha poi contestato la cessione della Farmacia comunale parlando di «incoerenza dell’Amministrazione rispetto al programma elettorale» e sottolineando «il ruolo sociale con i vari servizi offerti ai cittadini e la funzione di calmieratore dei prezzi di mercato che essa aveva».
La replica
Da parte sua il sindaco Marco Re ha ribattuto dichiarando che «l’80% del nostro programma elettorale è già in esecuzione» e che «Farmacia comunale, sebbene ben gestita da personale professionale, presentava alcune difficoltà rispetto alle altre due farmacie gestite da privati». Secondo il primo cittadino la collaborazione tra pubblico e privato, tramite alcuni incontri già avuti con i referenti di Benu, la catena che è subentrata nella gestione della Farmacia comunale per 15 anni, «permetterà di offrire maggiori servizi innovativi ai cittadini, alcuni dei quali sono già in programma: in telemedicina elettrocardiogramma, holter pressorio e cardiaco; test su intolleranze alimentari, disbiosi intestinale, test quantitativo vitamina D; il 1 aprile la giornata dedicata alla densiometria ossea; entro l'estate anche i test diagnostici per glicemia, colesterolo, profilo lipidico».
Le entrate per il Comune
Il sindaco sottolinea anche che «il concessionario verserà al Comune nei 15 anni di gestione 1.794.900 euro, comprensivi della “quota di ingresso” e delle quote annuali. A questa somma si aggiunge il canone di affitto annuo per i locali della farmacia di 23.400 euro. Questa entrata è utile per garantire l'equilibrio del bilancio del Comune e viene destinata ai servizi comunali rivolti alla popolazione – afferma Re - Il risultato della gara è stato molto positivo per il comune, in quanto il concessionario ha proposto una quota annua di canone di gestione superiore del 50% rispetto al minimo a base d'asta e una quota annua di canone di locazione dei locali della farmacia superiore del 20% rispetto al minimo a base d'asta. Pensiamo che questi risultati economici siano anche il frutto delle azioni positive intraprese negli ultimi anni su impulso dell'Amministrazione comunale e della direttrice e del personale della farmacia, ai quali va la nostra riconoscenza. Di fatto l'utile della gestione 2022, superiore a 86mila euro, costituisce il record nella storia della Farmacia comunale».
Beni senza necessità di autorizzazione farmaceutica
Quanto invece alla presunta «illegalità», paventata dal consigliere Celeste, riguardo la detenzione e la vendita (a operatori del mercato con licenza, non ai privati cittadini) dei residui di magazzino, l’Amministratore unico di Azienda speciale, l’avvocato Maurizio Sana, in una nota precisa che il «magazzino “residuo” è costituito solo da beni senza necessità di autorizzazione farmaceutica, come ad esempio integratori, creme, biberon, pannolini o prodotti per l’infanzia. Non avendo più uno spazio per collocare tali merci l’Azienda speciale ha riposto tutta la merce in un magazzino temporaneo sito in Corbetta e ha pubblicato tre bandi, che però allo stato non hanno ancora visto potenziali interessati – spiega - Tutto ciò per segnalare che l’Azienda speciale a decorrere dal 1 luglio 2024 non dispone di prodotti farmaceutici senza la prescritta autorizzazione Ats e che i bandi da essa adottati nelle procedure di asta pubblica sono legittimi, conformi a normativa e idonei al raggiungimento delle procedure di liquidazione della merce di sua proprietà».