La rinascita della Cooperativa Il Fiore, in pochi mesi scongiurato il rischio chiusura
La solidarietà del territorio ha permesso alla realtà di reagire alla perdita di una grossa commessa
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Dal rischio chiusura alla rinascita. È stato un vero e proprio risveglio dall’incubo quello vissuto dalla Cooperativa Il Fiore di Magenta, che da anni dà un lavoro - e una ragione di vita - a persone con disabilità.
La rinascita della Cooperativa Il Fiore, scongiurata la chiusura
Una missione che alla fine dello scorso anno stava per essere condannata a una fine anticipata con la perdita di una grossa commessa da parte di un’azienda della zona.
«Avevamo già avuto delle avvisaglie, a novembre ci lascia una nostra importante commessa e la situazione da lì è precipitata»
Così racconta la presidente Giuditta Ranzani, trovatasi di colpo con cinque dipendenti e cinquanta persone a cui dare un lavoro. Ciò di cui nessuno aveva tenuto conto era però la grande solidarietà scattata sul territorio una volta sparsasi la voce delle difficoltà della cooperativa: dalla tombolata organizzata da Patrizia Morani al pranzo di Natale offerto all’Hotel Diamante, dalla vendita di torte della San Vincenzo ai panettoni donati dall’Iper, fino alla compagnia TeatrAbili che ha devoluto i 3mila euro di incasso di uno dei suoi spettacoli. La presidente non nasconde il sollievo provato quando anche il proprietario del capannone in cui opera la cooperativa ha accettato una riduzione dell’affitto dei locali:
«Questo ci ha risollevato il morale perché se tutte le persone che ci conoscono ritengono importante portare avanti una cooperativa del genere vuol dire che ha valore. Anche perché avevamo le tredicesime, gli stipendi, due persone che siamo stati costretti a licenziare»
Nel frattempo Il Fiore è sempre rimasta in contatto con una ditta di Bernate, unica delle vecchie commesse rimaste, a cui si sono aggiunte in questi mesi una ditta di Trezzano sul Naviglio e da giovedì scorso anche una ditta di trasporti di Inveruno, il cui proprietario è rimasto colpito dal lavoro della cooperativa. Così conclude Ranzani:
«Manca ancora un pezzettino per raggiungere il nostro obiettivo, che è recuperare i ragazzi lasciati a casa con l'idea di poterli riassumere. Far fallire una cooperativa del genere sarebbe stato un vero dispiacere, perché noi abbiamo gli ultimi degli ultimi Dal dire che chiudevamo in tre mesi siamo riusciti a recuperare e questo ci rende molto felice».
L’auspicio è che anche questo ultimo passo verso la tranquillità possa essere compiuto.