L’appello
La vicenda è quella dei due giovani aresini (tra cui il consigliere comunale Pietro Polonioli) vittime di un’aggressione a fine settembre da parte di un gruppo di quattro ragazzi di Arese, di cui due risultati componenti del movimento “Blocco Studentesco”, formazione giovanile di CasaPound: aggressione che a fine gennaio ha portato all’arresto di una persona
“Un episodio di violenza grave che non ha precedenti nella storia di questa città, che da sempre è contraria a ogni forma di violenza, d’odio e di intolleranza. Una città per la pace e per il dialogo – ha rimarcato il Comune – Il Comune di Arese fa appello a tutti i cittadini e cittadine, agli studenti e alle studentesse, alle associazioni, alle forze politiche, economiche e sindacali della città che si sentono preoccupati per il clima d’odio manifestato in città e che vogliono ribadire con convinzione il proprio rifiuto a ogni forma di violenza contraria ai princìpi della nostra Costituzione antifascista, a una cultura che fa della sopraffazione l’alternativa al confronto libero e democratico, dell’indifferenza lo stato d’animo prevalente”.
Da qui la decisione di redigere un appello, invitando tutti a sottoscriverlo, affinché:
- I cittadini e le cittadine prendano le distanze dai gravi episodi avvenuti ed esprimano ferma condanna contro ogni forma di violenza nella nostra città e contro ogni richiamo a qualunque ideologia totalitaria e antidemocratica;
- Ciascuno promuova una cultura della non violenza e dei valori costituzionalmente previsti negli ambiti in cui ogni cittadino, realtà civile e politica opera;
- La società civile aresina si faccia parte attiva nel tradurre i valori sopra espressi tramite azioni, pratiche e iniziative coerenti con questo appello;
- Tutti coloro che, a diverso titolo, sono coinvolti in attività educative, sportive, culturali e ricreative rivolte ai giovani si impegnino a trasmettere loro i valori civili della democrazia che non contemplano la violenza;
- La politica cittadina si contraddistingua per una dialettica dentro e fuori dalle istituzioni nell’alveo di un confronto rispettoso, come previsto dal manifesto della comunicazione non ostile approvato in Consiglio comunale.