Festa della Giebia

Le radici profonde della Gioebia

L’ultimo appuntamento del ciclo di conferenze sulle tradizioni locali targate "La piazza" si è tenuto giovedì sera in biblioteca

Le radici profonde della Gioebia
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Con i docenti di storia l'ultimo appuntamento del ciclo Tradizioni organizzato da La Piazza ha illustrato le radici della storica della "Gioebia" celebrata ogni anno a gennaio a Garbagnate Milanese e in tutto il nord Italia. Molti altri erano i riti del passato come la passeggiata all’alba verso il santuario de La Fametta.

Lezione di storia

Gioebia è un vocabolo piemontese che significa Giovedì ed è collegato ad una festa paesana che andava in scena nella vecchia Garbagnate l’ultimo giovedì di gennaio. L’ingegner Giorgio Montrasi, archivista della comunità di Santa Croce, giovedì 30 nella sala convegni di Corte Valenti ha spiegato: “Sin dall’antichità i contadini costruivano un fantoccio di paglia e stracci per dargli fuoco davanti ad una moltitudine di cittadini. Siccome a Garbagnate c’erano pochissimi passatempi la folla era straripante” Il significato di questo rito è stato illustrato dalla professoressa Claudia Banfi: “Già nel periodo neolitico usavano il fuoco come elemento purificatore e sin dal 1500 vi è traccia nei libri di storia del rito. Negli anni 40 a Garbagnate il bruciare il fantoccio il 31 gennaio divenne un mezzo per scacciare i demoni dell’inverno che impedivano all’agricoltura di fiorire”. A Garbagnate è diventato un rito propiziatorio che si palesa oggi solo con una cena che si terrà sabato 1 febbraio nel salone delle feste de Il Cardellino di via Villoresi.

Gualtiero Strada (presidente Baciocch) e Mario Marone (presidente de La Piazza).

Il calendario delle usanze locali

Giorgio Montrasi ha quindi aperto il calendario delle usanze locali e sul maxischermo si sono materializzate decine di fotografie e dipinti del passato garbagnatese che hanno immortalato i momenti storici che caratterizzavano i giorni delle tradizioni: la consegna della Firunada, castagne bagnate nel vino a marzo, il Carnevale e la famosa merenda ai piedi del santuario della Madonna della Fametta. Gruppi di Garbagnatesi in primavera si incamminavano all’alba lungo i sentieri del Parco delle Groane per raggiungere il santuario che ancora oggi si trova tra i boschi di Castellazzo di Bollate. Negli ultimi 40 anni si è trasformato in un semplice pranzo domenicale ma un tempo si venerava la Vergine per ringraziare di per aver fatto piovere sul raccolto, elemento essenziale per la sopravvivenza. La conferenza di è chiusa alle 23.40

Emilia Ceriani (lettrice), Claudia Banfi e Giorgio Montrasi
Due figuranti in costume fine 800
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