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Il ricordo dei Garbagnatesi e dei Cesatesi nei lager nazisti

Una serata organizzata dalla sezione ANPI locale per riflettere sulla tragedia delle deportazioni che ha colpito il Bollatese

Il ricordo dei Garbagnatesi e dei Cesatesi nei lager nazisti
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La conferenza si è tenuta martedì 28 gennaio nella sala convegni della Corte Valenti di Garbagnate Milanese con il professor Giancarlo Restelli

Ovunque si celebra la Giornata della Memoria, una ricorrenza voluta dalle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto. Il 27 gennaio è la data in cui nel 1945 fu liberato il campo di Auschwitz. La sezione “ANPI - Garbagnate Cesate” forte del suo calendario traboccante di eventi ha realizzato, in Corte Valenti, martedì 28 gennaio la serata: “Ricordare il male perché non si ripeta più”. La prima parte è stata una lunga riflessione di Maurizio Moro presidente Anpi: “I comportamenti e le idee sulla purezza etnica, il razzismo strisciante, il disprezzo tra le persone hanno la strada spianata non dalle dittature ma dall'indifferenza di molte persone. Il passato deve essere attualizzato". Il relatore Giancarlo Restelli, professore di storia, ha snocciolato numeri impressionanti dei deportati italiani nei lager nazisti poi la conferenza ha approfondito la dolorosa parte locale.

Giancarlo Restelli
Maurizio Moro (presidente Anpi Garbagnate Cesate)

I deportati delle Groane e dell’Alto Milanese

I deportati locali erano denominati “Triangoli Rossi”. Una parola che identificava i prigionieri politici, arrestati per  un fermo “protettivo". Un pretesto per internare gli oppositori del nazismo.  La sede ANPI locale ha un archivio interessante annualmente illustrato nelle scuole di Garbagnate e di Cesate, vi è registrato il numero dei deportati di Saronno, Cislago, Gerenzano, Limbiate, Rovello Porro, Garbagnate, Cesate e Turate quasi tutti uomini e ampia documentazione sulla loro storia spiegata in questa conferenza. Anche le vicende legate ai deportati operai della Bassetti di Rescaldina. Molti cittadini garbagnatesi e cesatesi sono stati per la maggior parte internati a Mauthausen (alta Austria). Un campo definito il peggiore per le sue condizioni dove la sopravvivenza era di poche settimane. Nell’ambito della serata è stato interessante ascoltare la digressione sui deportati che vivevano e lavoravano nel Sanatorio Vittorio Emanuele III di Garbagnate Milanese, quello costruito nel 1920 che negli anni 60 è diventato il noto ospedale Guido Salvini. Ascoltare la lettura dei nomi dei deportati locali è davvero impressionante perché sono i cognomi delle persone che vivono oggi il territorio garbagnatese “fa ancora più impressione perché sentiamo la minaccia ancora più vicina – ha detto Moro alla platea – come se dovesse verificarsi un'altra volta”. CarloAllievi,  Romeo Comin, Giuseppe Castelnovo, Beniamino Ortolani, Feliciano Zanichelli, Arturo Anelli, Mario Romagnoni, Arnaldo Bianchi, Virgilio Ferrari, Emilio Lattuada, Angelo Pasquale, Luigi Mantica, Onofrio Porcelli. Sulla riflessione riguardo ai cognomi noti il presidente Moro ha ammonito: Gli intervalli musicali sono stati curati del duo Tingall formato da Livia Lucrezia Sotgia al pianoforte ed Elisa Bertocci al Violino.

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