CARENZA DI CAMICI BIANCHI

In paese è rimasto un solo medico di base

Anche Casorezzo paga lo scotto di un problema diffuso

In paese è rimasto un solo medico di base
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Dall'1 gennaio 2025 Casorezzo avrà un solo medico di base. E' la triste realtà che potranno toccare con mano i casorezzesi, dopo che il dottor Clementino Stefanetti raggiungerà il traguardo della meritata pensione. Sarà dunque la dottoressa Elisabetta Chiaffitelli, che visita nell'ambulatorio di piazza XXV aprile, a farsi carico del massimale di pazienti che ammonta, lo ricordiamo, a 1500 unità.

"Copertura insufficiente", denuncia il sindaco Giola

Una copertura insufficiente, se si considera che il numero di abitanti  supera i 5mila. In questo senso il sindaco Rosella Giola ha lanciato un campanello d'allarme:
«Il problema è diffuso. La sanità pubblica sta andando da un'altra parte, in controtendenza con le esigenze del territorio. Il fatto di avere una popolazione più anziana, ci porta a domandare come come questa istanza non possa essere di primo piano dal punto di vista decisionale. Se non riusciamo ad avere sul territorio almeno una assistenza diretta, la situazione diventa ancora più critica».

Le cause del problema

Tra le cause di queste mancanze, ha continuato Giola, «la necessità di un cambio di passo sulle norme che oggi mostrano lacune e il fatto di pagare lo scotto del numero chiuso, e correre ai ripari non è semplice». Sempre Giola ha sottolineato: «A breve avremo un solo medico di base, la dottoressa Elisabetta Chiaffitelli, che ha raccolto il numero massimo che poteva. Abbiamo inoltre il dottor Stefanetti, che da febbraio andrà in pensione».

"Da gennaio avremo un solo medico"

Sempre Giola ha sottolineato:
«A breve avremo un solo medico di base, la dottoressa Elisabetta Chiaffitelli, che ha raccolto il numero massimo che poteva. Abbiamo inoltre il dottor Stefanetti, che da febbraio andrà in pensione». Eppure lo spazio per nuove figure è disponibile. «Il laboratorio è già libero e lo concediamo con il rientro delle sole spese per le utenze, il tutto al poliambulatorio di piazza XXV aprile». Il ragionamento svolto dal primo cittadino è però ampio: «Le case di comunità ci sono ma sono decentrate. Quello che è stato fatto è concentrare tutti i medici in un unico luogo. Questa può essere sì una soluzione ma per i paesi piccoli mi domando come facciano le persone anziane. Le nuove risorse puntano alle strutture più grosse. Insomma, il medico serve, ma è una figura che sta scomparendo».

Il punto sulle Case di comunità

Un'altra Casa di comunità è destinata a diventare operativa a Busto Garolfo, ha osservato in conclusione Giola, «tuttavia, il nodo su come arrivarci rimane: o si aumentano i mezzi pubblici oppure avremo una fascia della popolazione, quella anziana, che rimarrà indietro». Eppure lo spazio per nuove figure è disponibile. «Il laboratorio è già libero e lo concediamo con il rientro delle sole spese per le utenze, il tutto al poliambulatorio di piazza XXV aprile».

Le altre riflessioni di Giola

Il ragionamento svolto dal primo cittadino è però ampio:
«Le case di comunità ci sono ma sono decentrate. Quello che è stato fatto è concentrare tutti i medici in un unico luogo. Questa può essere sì una soluzione ma per i paesi piccoli mi domando come facciano le persone anziane. Le nuove risorse puntano alle strutture più grosse. Insomma, il medico serve, ma è una figura che sta scomparend».

Altra struttura nella vicina Busto Garolfo

Un'altra Casa di comunità è destinata a diventare operativa a Busto Garolfo, ha osservato in conclusione Giola, «tuttavia, il nodo su come arrivarci rimane: o si aumentano i mezzi pubblici oppure avremo una fascia della popolazione, quella anziana, che rimarrà indietro».
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