LEGNANESE

Lo storico pediatra Alfiero Prandoni va in pensione

Maggio 1987, gennaio 2025: sono gli estremi della quasi quarantennale carriera del dottore che all'età di 67 anni varcherà finalmente la soglia della meritata pensione

Lo storico pediatra Alfiero Prandoni va in pensione
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Maggio 1987, gennaio 2025: sono gli estremi della quasi quarantennale carriera dello storico pediatra Alfiero Prandoni, che all'età di 67 anni varcherà finalmente la soglia della meritata pensione. Pilastro della medicina territoriale del Legnanese, il suo studio di trova a Cerro Maggiore, anche se tra i tanti, tantissimi bambini che ha visitato ci sono stati quelli di Legnano, Parabiago e San Vittore Olona.

"La passione per la pediatria è scattata oltre 40 anni fa"

Alla domanda su quando (e come) sia scattata la molla che lo ha poi portato a diventare camice bianco, il conosciutissimo medico non ha dubbi:

"Ho sempre pensato che i bambini fossero la parte migliore del mondo, aspetto che durante il mio percorso di studi è andato crescendo. Dopo una vita da pediatra, ancora adesso ho la stessa passione che avevo 38 anni fa, E' un dono che la vita ti propone. Così come, devo dire, che nella mia esperienza ho avuto la fortuna di incontrare dei medici che mi hanno insegnato che un vero medico deve essere preparato dal punto di vista professionale ma deve avere una grandissima carica di umanità, perché questo è davvero fondamentale. Un insegnamento che mi sono sempre portato dietro. Bisogna ascoltare il paziente e la famiglia: con questi ingredienti si diventa buoni medici, la sola professionalità non lo permette. Un vero medico deve essere umile, non deve pensare di sapere ogni cosa".

Tutti gli auspici del pediatra

Prandoni si appresta dunque ad appendere il camice ma non manca di rivolgere alcuni auspici per il futuro. "Voglio salutare i miei pazienti dicendo loro che sono convinto che la pediatria di famiglia sia ancora oggi un fiore all'occhiello e faccia parte della medicina territoriale, che mai come negli ultimi anni deve essere valorizzata e migliorata, con provvedimenti concreti. In particolare, serve valorizzare la figura del medico, migliorare il rapporto tra ospedale e territorio, quindi sgravare i camici dal macigno della burocrazia. Non vedo altre strade".

Il futuro della professione

Tracciando poi un bilancio della sua professione, lo stesso ha spiegato:

"Questi anni di pediatria sono stati molto intensi ma anche ricchi di incontri e umanità, Ho avuto modo di vedere il sorriso di un bambino, ma al tempo stesso, di conoscere il sistema famiglia nel quale si trova il piccolo. Tra potenzialità e fragilità nelle famiglie d'oggi. Tutto ciò ha contribuito ad arricchirmi.  Mi sono inoltre confrontato col dolore e la sofferenza del bambino, che, da credente, ritengo sia un mistero inspiegabile e per certi versi inaccettabile. Insomma dai miei pazienti e dalle loro famiglie, ho ricevuto veramente tanto. Giocoforza auguro loro una vita felice".

 

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