Animalisti in chiesa a Pasqua per dire stop alla mattanza degli agnelli
Un’attivista è entrata nella Basilica di San Magno di Legnano con un cartello che dice “no la pasqua con l’agnello, quest’anno mi ribello”
Blitz degli animalisti nella Basilica di San Magno a Legnano nel giorno di Pasqua per chiedere ai fedeli di non mangiare più gli agnelli.
Animalisti in chiesa a Pasqua per dire stop alla mattanza degli agnelli
Nelle città di Legnano, le attiviste antispeciste prendono parola per portare un messaggio di amore e Liberazione, denunciando la sofferenza e le 376.000 morti di agnelli che avvengono in Italia solamente nel periodo di Pasqua all'unico scopo di riempire i piatti.
Un’attivista è entrata nella Basilica di San Magno di Legnano con un cartello che dice “no la pasqua con l’agnello, quest’anno mi ribello”. L’attivista è stata allontanata dalla chiesa ed ha continuato la sua protesta nonviolenta al di fuori, mentre altre attiviste facevano volantinaggio.
Il salvataggio di un agnello dal mattatoio
"Durante la festività che dovrebbe essere il sommo compimento della Compassione cristiana, l'allarme di Ribellione Animale parla esattamente del rispetto e dell'amore per la vita: "OGNI CREATURA NASCE SACRA". Come contraltare all'abominio ed allo sfruttamento compiuto ai danni degli animali, le attiviste di Ribellione Animale portano nei discorsi e nei cartelloni la storia di Utopia, un'agnellina di appena un mese salvata dal mattatoio di ovini più grande d'Europa, I.L.C.O., ad Acquapendente in provincia di Viterbo. Utopia è stata salvata da volontarie del Rifugio Hope, un santuario per animali liberi. Il gruppo ha documentato l’arrivo dei camion carichi di agnelli, tenuti in condizioni raccapriccianti e costretti a varcare i cancelli del mattatoio dopo lunghissimi viaggi, senza poterne più uscire se non morti, smembrati ed impacchettati; in modo che le parti dei loro corpi possano ricevere un prezzo ed essere vendute, lucrando sulla sofferenza e lo sfruttamento della vita".
Prima di andarsene, le volontarie del Rifugio Hope hanno avuto la facoltà di dialogare con la struttura, insistendo per farsi cedere uno tra i più di 300.000 agnelli che verranno macellati questa Pasqua. Un operatore del mattatoio ha accettato la loro richiesta, è entrato nelle stalle e tra tutti gli agnellini in attesa di essere uccisi, ha scelto una piccola di appena un mese e gliel’ha portata. Ora vive felice e Libera presso il Rifugio Hope. Le attiviste hanno voluto chiamarla Utopia.
Gli allevamenti intensivi
"Gli allevamenti intensivi, l'industria ittica e l'intero reparto zootecnico, oltre ad essere artefici del trattamento violento ed oppressivo nei confronti dei non umani, sono causa di un dannoso impatto ambientale, dell'impoverimento del suolo e delle risorse indispensabili al mantenimento degli ecosistemi e della biodiversità. Più di 70 miliardi di animali di terra ogni anno vengono nutriti e uccisi con risorse che potrebbero soddisfare per tre volte la domanda alimentare umana. L’inefficienza di questo modello alimentare privilegia il profitto di poche industrie a discapito non solo della vita degli animali, ma anche degli esseri umani. Chiamare “sostenibile” o anche "etica" l’industria dell’allevamento è un paradosso se si vuole veramente attuare una politica di sicurezza alimentare e climatica in Italia e nel mondo poiché annualmente circa 800 milioni di persone soffrono la fame. L’Unione Europea ogni anno finanzia il settore zootecnico versando circa 30 miliardi di euro tramite i fondi pubblici della PAC (Politica Agricola Comune) incentivando attività devastanti per gli ecosistemi. Le azioni di Ribellione Animale si inseriscono nel contesto della campagna nazionale “Futuro Vegetale” che chiede al Governo Italiano una transizione del sistema alimentare attuale verso uno a base vegetale, alla luce del significativo impatto climatico ed ecologico che ha l’industria zootecnica in Italia e nel mondo. Ribellione Animale chiede l'immediato stop dei sussidi pubblici agli allevamenti, e la sospensione dell’apertura e dell’ampliamento di nuovi mattatoi e allevamenti, in modo tale da redistribuire i sussidi destinati all’industria zootecnica alla transizione agroecologica delle aziende italiane".