I lavoratori della Rsa alzano la voce: «Chiediamo le indennità e il riposo»
Sabato si è svolto il sit in a Parabiago. La replica dell’azienda: «Rispettiamo gli standard»
Un confronto per migliorare le condizioni lavorative. A chiederlo è il sindacato di base Adl nella persona di Fausto Sartorato che in questi giorni ha lanciato l’allarme rispetto al trattamento di lavoro che la casa di riposo Leopardi di Parabiago starebbe riservando ai suoi dipendenti.
I contenuti della protesta
Sabato scorso è andato in scena il sit in davanti alla Rsa parabiaghese ma i sindacalisti sono tornati a far sentire la propria voce. Che hanno spiegato:
«Scusate il disagio, stiamo manifestando per migliorare le nostre condizioni lavorative, e per garantire un servizio adeguato alle aspettative. Stiamo lottando anche per voi». Visto «l’assordante silenzio della direzione aziendale, che non ha accolto le nostre innumerevoli ed infruttuose richieste d’incontro, ha spiegato Sartorato, «al fine di avere la possibilità di confrontarci e trovare soluzioni alle numerose problematiche che i lavoratori hanno evidenziato, tra cui, predisporre una organizzazione del lavoro che preveda un numero adeguato di personale tra le vari figure professionali, in modo tale da garantire un maggior servizio di qualità e di assistenza agli ospiti e ai loro visitatori».
Le richieste del sindacato
Per sostenere la piattaforma che stiamo rivendicando, hanno detto, "abbiamo iniziato con questo presidio volto a coinvolgere gli utenti e l’opinione pubblica: organizzazione del lavoro con l’inserimento di nuovo personale per ridurre la flessibilità, e i carichi di lavoro; articolazioni turni di lavoro, predisporre una ciclicità sui riposi a scalare, al fine di non creare discriminazioni tra i lavoratori, sul godimento delle festività/ domeniche di riposo; ripristino del riconoscimento superminimo, (ex Vitaresindence); riconoscimento di una Indennità di presenza giornaliera; riconoscimento dell’Elemento retributivo territoriale (ERT); erogazione di un ticket mensa per i dipendenti a full-time e per i part time a 6 ore e regolamentazione banca ore. Tali richieste, hanno sostenuto, «sono ferme da anni e con la nostra iniziativa vogliamo indurre la Direzione aziendale ad aprire le trattative che fino ad oggi ha ripetutamente negato».
La replica della struttura
Pronta la replica della struttura:
«Quanto lamentato dal sindacato autonomo, non firmatario di nessuno contratto collettivo applicato dalla società La Villa, né nazionale né territoriale, non corrisponde alla realtà dei fatti. La direzione aziendale ha sempre dato risposta alle richieste provenienti da Adl Varese, semplicemente la risposta fornita non era quella auspicata dal sindacato autonomo». Peraltro La Villa «ha sempre ribadito come vi fosse la piena disponibilità ad incontrare Adl Varese per questioni legate ai propri iscritti, ma nessuna richiesta è mai giunta in tal senso».
Tutte le pretese avanzate, hanno aggiunto dalla struttura, «sono sempre state generiche, non circoscritte e denotano altresì una mancata conoscenza di quella che è la realtà aziendale. Da quanto accaduto, «presumiamo che Adl Varese sia forse venuta a conoscenza, tramite i propri iscritti che, in data 30 gennaio 2024, La Villa ha firmato un accordo con le segreterie nazionali dei sindacati firmatari del Ccnl Cooperative sociali, accordo relativo proprio alla causa – che si discute in prima istanza (e quindi non si conclude ma, al contrario di quanto dichiarato, ha inizio il prossimo aprile) – intentata da Adl Varese contro la Villa e che ha per oggetto i tempi di vestizione/svestizione, ora regolati sia dall’accordo di secondo livello di cui si è detto che venga sia dal Contratto collettivo nazionale di lavoro. Di tale accordo infatti La Villa ha dato pubblica diffusione tramite affissione nelle bacheche aziendali».
Gli altri aspetti
Sui mancati nuovi inserimenti, «gli standard di personale di settore sono ampiamente garantiti – e superati- alla Rsa Leopardi». Quanto ai turni, invece, «il personale svolge in verità da anni un numero inferiore di ore rispetto a quelle dovute contrattualmente».
Ci sono «alcune previsioni del rinnovo: un aumento superiore al 12% della retribuzione lorda, l’inserimento di un Elemento temporaneo aggiuntivo per alcune figure professionali e la quattordicesima mensilità».