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STORIA PARABIAGHESE
Galleria Marazzini, giù la clèr dopo oltre 60 anni
"Chiudo l’atelier: la vita è una continua attesa. L'ultima, che è quella che sto vivendo, è la più dura" così Gianni Marazzini, 90 anni il prossimo giugno e anima della bottega omonima

«Chiudo l’atelier: la vita è una continua attesa. L'ultima, che è quella che sto vivendo, è la più dura». Prova non senza difficoltà a trattenere le lacrime Gianni Marazzini, 90 anni il prossimo giugno, l'anima della galleria artistica omonima, ubicata in via Sant'Ambrogio a Parabiago e che per quasi 70 anni ha coinciso con un'opera di cesello ben visibile ancora a tutti. A quelli che almeno una volta hanno effettuato un acquisto da lui.
Il viaggio nel suo negozio
Prima ci risponde al telefono, con voce squillante e l'entusiasmo di sempre: «Sì, resto qui fino alle 12, venite pure».
Poi ci apre le porte della storica bottega la cui culla, inizialmente, combaciava con via San Michele e che però il prossimo 31 dicembre è destinata a chiudere definitivamente i battenti dopo 66 anni di attività. Un'opera frutto di una levigatura costante, mossa da quel fuoco sacro della passione che ancora oggi vede Gianni al lavoro. Entrando, notiamo qualche collana, sculture, le mura dipinte di bianco come se fosse il primo giorno. Niente eco: è l'arte a parlare, linguaggio universale che si esprime attraverso il silenzio e che cura l'anima di chi ne fruisce. Una cliente fa un salto nel negozio a colpo sicuro e approfitta degli ultimi giorni. La giornata prosegue, anche se, a detta sua, «E' difficile spiegare la mia vita e quella del negozio in un'ora».
Nel negozio simboli, collane, in un luogo senza tempo
Facciamo un tentativo, si rivelerà forse ben riuscito:
«Da noi sono passati pittori, scultori, di fama internazionale ma non solo. Gente comune. Simboli, culture. Le contaminazioni dei miei viaggi nel mondo». Ci mostra gli articoli di giornale tratti da momenti diversi, dalle testimonianze di collezioni, incontri con gli artisti. E’ stato proprio Gianni a creare le aste quando ancora sembravano un miraggio. L'orologio della storia è proseguito, ma nel suo atelier si è fermato. Oggi è un luogo senza tempo. Dietro ogni manufatto c'è l'essenza dei popoli che lo stesso Gianni ha incontrato durante il proprio viaggio. Il suo mantra? «L'arte è salute, forza. Tutto il resto è malattia».
Perché, dice, «una casa ben arredata è in grado di far stare bene le persone». Una volta «c'era entusiasmo per le cose belle, ora gli spazi espositivi corrispondono ai luoghi creati da accumulatori. Di oggetti, opere che non nutrono l'anima ma che, al contrario, la rendono asettica».


"Spero di aver lasciato un segno di bellezza nella nostra città"
Nel suo piccolo, racconta, «ho lasciato un segno di bellezza a Parabiago. Soltanto dopo questa soddisfazione, che ho condiviso con i miei figli, posso trovare pace in questa mia ultima attesa». Dopo esserci distratti, Gianni si gira e improvvisa un'acrobazia in tensione. Sì, avete capito bene. Lui è anche questo. Sulla vetrina del locale ubicato in centro città campeggiano i titoli di altri estratti di giornale. Descrivono l’impresa raggiunta dalla famiglia Marazzini che, grazie al pioniere della storia dell’arte Gianni, è sempre stata sinonimo di attenzione al bello, sensibile nel coniugare «la passione per i piccoli lavori manuali, la creatività artigianale, la scultura.
Il presente dei Marazzini
Tutti elementi che hanno poi portato Gianni a cedere il testimone al figlio Andrea, che ha nel frattempo avviato una rete di punti vendita in giro per l’Italia: da Alberobello in Puglia, a piazza San Marco, al ponte di Rialto a Venezia, senza tralasciare la vetrina di Firenze e le mire espansionistiche verso la Capitale». I Marazzini producono oltre 5mila pezzi al mese; dal piccolo anello al collier più lavorato. Segni concreti di quel «bello» a cui ha fatto riferimento lo stesso Gianni e di cui può andare fiero.