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“Comunità educante” al Meeting di Rimini

Su un palco prestigioso a raccontare l'esperienza di un progetto da imitare

“Comunità educante” al Meeting di Rimini
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La scorsa settimana si è svolta la quarantaquattresima edizione del Meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli: tra i numerosi incontri previsti un posto di rilievo merita quello relativo al racconto dell’esperienza della «Comunità educante» del Comune di Abbiategrasso.

 

Sul Palco il vicesindaco di Bià

Il vicesindaco e assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili Beatrice Poggi è stata infatti protagonista dell’intervento, insieme a Maria Elena Magrin (giudice del Tribunale dei Minori di Milano) e a Patrizia Nesticò (Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Aldo Moro di Abbiategrasso), che ha permesso di raccontare il progetto di ricerca ed intervento, nato tre anni fa con l’obiettivo di migliorare la messa in rete e la collaborazione fra le diverse istituzioni nell’ambito degli interventi di prevenzione del disagio giovanile.

«È stato un cammino in cui non sono mancate le difficoltà: costruire la rete durante il periodo di pandemia non è stato facile ma i risultati ottenuti l’hanno ripagata» ha spiegato l’assessore.

L’incontro ha avuto luogo nel pomeriggio di martedì 22 agosto e il titolo era «Una comunità educante e la domanda delle Baby gang». Il punto di partenza è infatti il domandarsi cosa possa fare l’amministrazione comunale e quali risposte possa dare a questi fenomeni.

«Il lavoro di rete della comunità educante nasce proprio in quest’ottica, riconoscendo l’ambito di azione di ciascun ente, istituzione e associazione, coordinando le forze per raggiungere un obiettivo comune, ovvero aiutare il singolo ragazzo - ha continuato l’assessore - Ho avuto l’opportunità di spiegare la nascita di questa rete ma soprattutto gli sviluppi che ci sono stati: l’obiettivo che ci siamo posti è quello di svolgere un lavoro di prevenzione, sin dalla scuola media, cercando di capire come coinvolgere i ragazzi, così da ascoltarne i bisogni e progettare un intervento».

Prima di partecipare al convegno, inoltre, l’assessore ha chiesto alla Comunità educante stessa degli spunti su cui concentrarsi maggiormente, sottolineando come il lavoro svolto sia stato possibile grazie all’intervento non solo dell’amministrazione comunale, ma di tutti gli enti coinvolti.

 

«Gina Boarin, presidente dell’associazione La Tribù, ha indicato tre parole chiave: esserci, risveglio e ascolto - ha spiegato - Esserci, nel senso che i primi a doverlo fare sono gli adulti, che inevitabilmente condizionano la visione del mondo che i ragazzi hanno; risveglio, perché non bisogna concentrarsi tanto su ciò che è stato quanto sulla realtà odierna presentando delle novità; ascolto, perché è la cosa fondamentale per comprendere realmente i bisogni dell’altro».

 

Un esempio da seguire

Durante l’intervento sono state mostrate anche diverse immagini, sia per quanto riguarda la rassegna «Umane Connessioni», sia i momenti musicali del laboratorio Maffeis, sia la mostra organizzata dai ragazzi dell’Istituto Alessandrini:

«Il riscontro ottenuto dalla cittadinanza è stato importante, e anche questo ci ha permesso di capire come questo progetto effettivamente risponda ad un bisogno comune».

L’incontro ha riscosso un grande successo di pubblico e ha permesso di far conoscere questa realtà, sperando che possa fungere da esempio e che possa favorire la collaborazione sempre maggiore fra enti, associazioni e istituzioni, indispensabile per la riuscita del progetto.

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