Crisi Trony Carrefour | Cisl Lombardia: "Forte preoccupazione"

Il problema della guerra fra negozi e e-commerce da un lato e la gestione degli interinali dall'altro.

Crisi Trony Carrefour | Cisl Lombardia: "Forte preoccupazione"
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Crisi Trony Carrefour: il problema della guerra fra negozi e e-commerce da un lato e la gestione degli interinali dall'altro.

Crisi Trony Carrefour

Il fallimento della società che ha il maggiore pacchetto di punti vendita Trony, nota catena di elettrodomestici e apparecchi elettronici, mette a rischio 43 punti vendita in tutta Italia (dal Piemonte alla Liguria, alla Lombardia, Veneto, Friuli e Puglia) e 500 posti di lavoro.

Altri 500 lavoratori in bilico in 57 ipermercati italiani della catena Carrefour, che ha aperto altrettante procedure di mobilità. Due situazioni che testimoniano il momento di grande difficoltà della grande distribuzione. Abbiamo chiesto alla Cisl Lombardia un commento rispetto a quanto sta accadendo nella nostra regione.

Cisl Lombardia: l'allarme

"La crisi di Trony, ma anche di Mediaworld (che vorrebbe trasferire 500 dipendenti dalla Bergamasca alla Brianza) è lo specchio della crisi sistemica di un comparto intero - ha spiegato Fabrizio Ferrari, segretario Fisascat Cisl Lombardia - Due i motivi: la prima causa è la contrazione dei margini, alcuni prodotti ormai servono solo come attrazione e non danno alcun ricavo. La seconda causa è Internet: prima abbiamo assistito alla battaglia fra la gdo e i piccli negozi, poi fra la gdo di grandi e quella di medio-piccole dimensioni, ora assistiamo alla guerra fra la gdo e l'e-commerce. Un processo difficile da governare: c'è forte preoccupazione".

"Quella di Carrefour invece non è una crisi dell'ultimo minuto, si trascina da anni - ha proseguito Ferreri - Prima la mobilità volontaria per tentare di "svecchiare" gli organici... ora siamo arrivati a quella forzata. Il paradosso è che per attivare l'apertura h24 di alcuni punti vendita (cosa che finora però ha funzionato solo nelle città) fanno lavorare gli interinali mentre si parla di far stare a casa 500 assunti".

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