Maltempo, crolla il tetto dell'oratorio di Parabiago
La furia di acqua e grandine ha scoperchiato la parte superficiale cadendo in cortile. Nessuno era presente in struttura al momento del nubifragio
E' bastata una manciata di secondi per spazzare via anni di storia, lavoro e volontariato. L’oratorio di Ravello, a Parabiago, è stato messo in ginocchio dalla furia acqua e grandine che si sono abbattute sul nostro territorio nel pomeriggio di lunedì 24 luglio. La parte superficiale della struttura è stata scoperchiata ed è caduta in cortile. Non ci sono stati feriti, visto che i ragazzi da alcuni giorni avevano ultimato i centri estivi.
Tragedia sfiorata in oratorio
Da qualche giorno il via vai di bambini, educatori, sacerdoti e cristiani alle prese coi campi estivi, si era fermato per dare spazio alle vacanze da trascorrere in famiglia. Un fattore che, col senno di poi, si è rivelato decisivo. Tragedia sfiorata lunedì 24 luglio all’oratorio di frazione. I risultati sono ormai sotto gli occhi di tutti: il tetto della struttura è stato completamente scoperchiato ed ora prosegue incessante il lavoro dei volontari per ripulire l'area interessata dal disastro. Area che stata subito messa in sicurezza. Ma ora è il tempo del silenzio, rimettere insieme i cocci. Non è ancora l'ora di parlare di numeri, come racconta Don Raimondo Savoldi che sta toccando con mano gli effetti del violento nubifragio.
Il tetto dell'oratorio di Ravello scoperchiato dalla furia di acqua e grandine
La testimonianza
«Il tetto del nostro oratorio di Ravello non c'è più. Fortunatamente l'oratorio feriale era terminato due settimane prima. Sono bastati 10 secondi affinché la tromba d'aria dispiegasse i suoi effetti. C'erano legno e polistirolo ovunque. E' stato terribile. Una situazione simile non si vedeva da tempo».
"Una struttura che si è accartocciata cadendo nel cortile"
La struttura, secondo il racconto fornito dal prete, «si è accartocciata per terra andando a posizionarsi negli spazi liberi del cortile. La sua caduta non è sfociata nei perimetri vicini e non ha colpito nessuno». Al momento, prosegue don Raimondo, «non abbiamo ancora stimato l'entità economica del danno. I nostri volontari stanno lavorando per ripulire l'area e ora valuteremo se utilizzare dei teli. Chi si sta facendo carico dell'opera di pulizia sta dando una grossa mano». Una volta archiviata la conta dei danni, verrà quindi affidato l'incarico di riposizionare la copertura ad una ditta specializzata. La superficie caduta era stata costruita nel 2007.
Mattia Ferrara