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Alzheimer cafè: conclusi i cicli primaverili

Nel 2013 a Dairago vi fu il primo incontro che illustrò alla cittadinanza l’importanza e il significato del progetto “Malattia di Alzheimer una realtà con cui convivere e confrontarsi”

Alzheimer cafè: conclusi i cicli primaverili
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Sabato 10 Giugno presso la comunità il Chiostro Solidale di Cerro Maggiore si è svolto l’incontro conclusivo dei cicli primaverili dei due Alzheimer cafè di Villa Cortese, Cerro Maggiore e San Vittore Olona.

Incontro conclusivo a Cerro Maggiore per l'Alzheimer cafè

Questa giornata che segue gli incontri del giovedì fatti insieme rivolti ai soli pazienti dei due Alzheimer cafè è uno momento importante per le 2 realtà che nascono da uno stesso seme e coronano il progetto tanto caparbiamente desiderato e voluto dalle associazioni di volontariato e dalle amministrazioni comunali.

Nel 2013 a Dairago vi fu il primo incontro che illustrò alla cittadinanza l’importanza e il significato del progetto “Malattia di Alzheimer una realtà con cui convivere e confrontarsi”. Già allora i promotori dell’iniziativa (amministrazione comunale di Villa Cortese, Croce Azzurra e operatori sanitari) erano consapevoli che questa esperienza, seppur singolarmente umanamente straordinaria e con un reale impatto di cura per malati e familiari, non poteva rimanere confinata in un luogo ma doveva diventare patrimonio di ogni comunità; ciò era inevitabile per chi con intelligenza e lungimiranza osserva i fenomeni sociali.

Da anni leggiamo e sentiamo analisi sull’invecchiamento della popolazione e sulla diffusione delle malattie croniche e degenerative che colpiscono soprattutto gli ultra75 aa (fascia in continua esponenziale espansione attualmente circa il 12 % della popolazione 7.100.000 persone di cui 1/5 circa disabili), ma questi fenomeni già da decenni prevedibili e in realtà esistenti in modo estremamente significativo da almeno 20 anni hanno una naturale inerzia ad essere accettati. Invecchiare e ammalarsi fa paura ed è “meglio” ed è umano pensarci il più tardi possibile, ma quando in ogni famiglia c’è almeno un ultra 80 aa e molto frequente questa persona si ammala di una malattia cronica e degenerativa allora quel fenomeno si incarna e ne diventiamo individualmente e socialmente consapevoli.
La consapevolezza di questa realtà ci spinge a modificarci e a modificare il mondo attorno a noi cercando, per non lasciarci andare al nichilismo e alla disperazione, di attingere alle energie che da sempre rendono la comunità resiliente: solidarietà, organizzazione, lungimiranza, sinergia, investimenti, empatia, aiuto, generosità, altruismo.

Una vera e propria comunità

Gli Alzheimer cafè diventano dunque una comunità nelle comunità in cui si risponde ad un bisogno ineludibile dell’umanità e società contemporanea.

Nascono, anche di fronte ad una ferita così grave profonda dell’uomo e della famiglia risposte che, una volta superato lo stigma, diventano colme di bellezza, intelligenza e relazioni significative. E anche questo non ci deve stupire perché l’uomo e la comunità di fronte alle vicende più drammatiche e colme di sofferenze attingono alle energie migliori per farsi prossime a chi è nella difficoltà.

Tutto questo percorso nel suo procedere e costruirsi raggiunge il suo frutto più maturo quando la comunità che si forma diventa un insieme di persone o meglio di anime; non esistono più in prevalenza volontari amministratori, operatori sanitari che si trovano per dare una riposta a malati e familiari curanti ma esiste una comunità di persone, di individui o meglio di anime che condividono in modo intelligente sapientemente organizzato un’esperienza umana.

Anima dal greco “anemos” che significa vento e che rappresenta la vita, la nostra storia, il nostro vissuto. Un vento che parte dall’origine cammina fino a raggiungerci e va oltre noi; la storia di ogni donna e uomo è inscindibile dal proprio io: noi siamo quello che siamo stati (la nostra storia), siamo quello che siamo (il nostro presente) e saremo (il nostro futuro). Non siamo solo malati e familiari curanti ma siamo persone che oggi vivono una condizione difficile ma ognuno con la sua storia, le sue qualità e i suoi bisogni presenti e i suoi sogni e desideri per il futuro. E se sappiamo creare una comunità con questi principi chi ne è accolto, nonostante la malattia, viene innanzitutto accolto come persona.
Nelle comunità degli Alzheimer cafè si persegue e si incarna questo obiettivo grazie alla sapiente sinergia tra amministratori, volontari e operatori sanitari; sinergia che necessità di formazione e consapevolezza per non cedere al “buonismo” realizzando che solo una risposta colta, pensata e preparata può offrire una vera presa in carico bisogni così complessi.

I ringraziamenti per quanto fatto

L’incontro di sabato oltre che a ricordare e approfondire le attività svolte negli Alzheimer cafè che hanno visto coinvolti negli incontri, 20 pazienti, 40 famigliari, provenienti da vari comuni del legnanese, e 15 volontari delle due associazioni, è servito a ribadire la volontà di proseguire le attività alla ripresa dopo le ferie estive, è stata anche l’occasione da parte dei due presidenti delle associazioni di Volontariato “IL QUADRIFOGLIO APS” Tarcisio Martinotto e della CROCE AZZURRA TICINIA ODV” Enrica Oldani, per esprimere ringraziamenti per il fondamentale sostegno dato da tutti, sostegno che hanno reso possibile le attività svolte, in particolare sul piano finanziario da parte del “PIANO DI ZONA ALTO MILANESE” e delle tre “AMMINISTRAZIONI COMUNALI”, sostegno riconfermato per il futuro, ribadito durante l’incontro di sabato, dal sindaco di Cerro Maggiore dott.ssa Nuccia Berra, dal vicesindaco di San Vittore Olona Dott.ssa Dolores Nuzzo (che segue l’Alzheimer cafè anche in qualità di geriatra) dall’assessore ai servizi sociali del comune di Villa Cortese Emanuela Gianello.

Un sentito ringraziamento ai coordinatori delle iniziative, ai VOLONTARI delle associazioni che con disponibilità e grande passione si sono occupati della gestione delle iniziative realizzate durante gli incontri, a tutti i professionisti che con la loro apprezzata professionalità hanno gestito gli incontri con i pazienti e con i famigliari.

Ha concluso l’incontro un toccante intervento del dott. Daniele Perotta Geriatra direttore UOSD CENTRO REGIONALE ALZHEIMER ASST RHODENSE che partendo dalla complessità e difficoltà che la malattia comporta per pazienti ma anche per i famigliari, ha ribadito l’importanza del sostegno forniti negli incontri degli Alzheimer cafè.

A seguire una buona merenda tutti insieme con un ulteriore momento di socializzazione, gustando delle buonissime torte, pasticcini, pizza e focaccia preparati dalle famiglie dei pazienti

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