Alla Cascina Mazzafame di Legnano la commemorazione della lotta partigiana
Radice: "Qui i fascisti stanarono una quindicina di persone coraggiose"
Alla Cascina Mazzafame di Legnano la commemorazione della lotta partigiana. Il sindaco Radice: "Un luogo che 79 anni fa venne preso al bersaglio da parte di 250 fascisti che attaccarono una quindicina di persone coraggiose per stanarle".
79 anni fa la lotta partigiana a Mazzafame: oggi la commemorazione
L’evento, organizzato dall’Amministrazione comunale e da Anpi Legnano, ha visto la partecipazione degli alunni delle scuole secondarie di primo grado. Il programma ha previsto alle 10 la benedizione della lapide dedicata ai partigiani e ai cittadini legnanesi che il 19 giugno 1944 si batterono contro i nazi-fascisti, alle 10.30 il saluto del sindaco Lorenzo Radice, a seguire alcune letture sulla Resistenza a cura dei ragazzi. La commemorazione è proseguita con l’intervento del presidente di Anpi Legnano Primo Minelli che come da tradizione ricorderà per nome i protagonisti di quella battaglia ("I Venegoni, il Samuele Turconi, la Piera (Pattani, ndr), il Rossato, il Bragè, il Rizzi, l’Angela Alogisi, il dottor Tornadu... erano giovani che, costretti a imbracciare le armi, riscattarono l’Italia dalla vergogna del fascismo e che oggi in questo luogo onoriamo" ha detto Minelli l'anno scorso. In chiusura, il concerto del Corpo bandistico legnanese.
Il discorso del sindaco Radice
Così il sindaco legnanese Radice si è rivolto ai presenti:
"Anche quest’anno, all’inizio del mese di giugno, ci ritroviamo in un luogo simbolo della lotta di Resistenza nella nostra città per ricordare la battaglia che avvenne nelle case alle mie spalle e nelle campagne intorno. Magari qualcuno di voi ragazzi è già stato qui, alla Cascina Mazzafame, per quelle lezioni sui luoghi della nostra storia che l’Anpi, con il suo presidente Primo Minelli, che ringrazio per il suo lavoro costante e instancabile, realizza insieme con l’amministrazione comunale. Queste lezioni sono un modo per rendere la Storia più viva, per farvela sentire più vicina e magari, farvela anche comprendere meglio. Oggi siamo davanti a questa cascina che, nel giugno 1944, novantanove anni fa ormai, oltre 250 fascisti avevano attaccato per stanare una quindicina di partigiani. E questo luogo, in cui vivevano e lavoravano normalmente delle famiglie, famiglie di contadini soprattutto perché questa era aperta campagna, è diventato in quel momento il luogo di un avvenimento storico, della storia della nostra città. Perché questo? Come è stato possibile che questa cascina sia diventata l’obiettivo dei fascisti e un luogo di scontro armato? Il motivo è semplice: gli abitanti di questa periferia di Legnano, infatti, avevano deciso di dire basta al regime fascista; già nelle elezioni del 1929, quindici anni prima della battaglia, avevano votato no al listone unico proposto dal Governo di Mussolini. Gli abitanti di questa cascina erano, in buona parte, antifascisti convinti; una posizione coraggiosa che erano pronti a pagare in prima persona. Da quel momento, dalle elezioni del ’29, infatti, alcuni operai furono licenziati per la loro opposizione al regime, mentre le case dei contadini erano continuamente ispezionate perché c’era il sospetto che tenessero illegalmente per sé i prodotti della terra, quello che, invece, era il frutto del loro lavoro".