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Il progetto in ricordo di Amelie, per ringraziare le associazioni che le sono state vicino

"Era speciale, perchè pretendeva tanto da se stessa, voleva imparare subito e non si faceva buttare giù dalle difficoltà che incontrava"

Il progetto in ricordo di Amelie, per ringraziare le associazioni che le sono state vicino
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"Il volo di Amelie" è il progetto partito per raccogliere fondi da destinare alle associazioni di Bollate che hanno sostenuto i sogni della piccola bollatese.

Amelie Theil, che si è ammalata a soli 5 anni

Le vite della piccola bollatese, di mamma Katharina e papà Gianni hanno subito una terribile sterzata nel gennaio del 2017:

"Tornati da una vacanza in Germania, da un momento all’altro, Amelie diceva di non vederci bene. Noi stavamo ancora disfando i pacchi e lei ci diceva “Non vedo più”".

Da quel momento è iniziata la terribile odissea della famiglia Lattanzio-Theil. Come un fulmine a ciel sereno è arrivata la più terribile delle diagnosi che un genitore può prospettarsi: a soli 5 anni, la loro bambina era stata colpita da un tumore al cervello che aveva compromesso le sue capacità visive. In pochissimo tempo la sua vista si è offuscata inesorabilmente.

Bollate, Amelie Theil
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Bollate, Amelie Theil
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Bollate, Amelie Theil
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Bollate, Amelie Theil
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La passione per la danza e per la musica

Alla piccola piaceva danzare e praticava la sua passione più grande nella scuola Nonsolodanza di Bollate.

"Pensavo non potesse più ballare - dice la mamma - In realtà, ho trovato delle persone disponibilissime a farla continuare malgrado le sue difficoltà: “A lei serve ascoltare la musica”, ci dicevano, e così, abbiamo cominciato a capire che non dovevamo temere che lei rimanesse delusa delle sue capacità, ma al contrario, dovevamo renderle ogni suo giorno ricco di esperienze e di gioia".

È così che, oltre alla danza, Amelie frequenta un corso di musicoterapia e quasi per caso incontra per la prima volta il pianoforte. Sarà alla Scuola di Musica Città di Novate che imparerà a suonarlo con la sua amatissima maestra Rita:

"Era speciale, perchè pretendeva tanto da se stessa, voleva imparare subito e non si faceva buttare giù dalle difficoltà che incontrava - ha continuato la mamma - Anzi, durante le esibizioni lei si sentiva fortunata ad essere non-vedente: perchè così non si sarebbe agitata a vedere il pubblico che la fissava".

Poi yoga, equitazione, pattinaggio...

Con questo atteggiamento Amelie ha praticato yoga, teatro, equitazione, ha imparato a pattinare, a nuotare o arrampicarsi e anche ad andare sugli sci.

"La prima volta in montagna, quando ci ha detto che avrebbe voluto imparare a sciare, io e suo padre ci siamo guardati in faccia e abbiamo pensato “E ora? Come facciamo?” - continua Katharina - Invece, ci abbiamo provato e ce l’ha fatta. L’abbiamo sostenuta in ogni sua scelta e desiderio. Non potevamo aggiungere giorni alla sua vita, ma abbiamo deciso di aggiungere vita ai suoi giorni. Abbiamo deciso di crearle quanti più ricordi possibili".

"Ci manca come l'aria che respiriamo"

E Amelie ha sempre, giorno dopo giorno, sorpreso tutti. Famiglia, medici, associazioni. Ogni giorno della sua vita è stato vissuto a pieno e senza alcun freno. Ed è proprio il suo voler vivere nel presente, tipico dei bambini, che ha insegnato ai suoi genitori di non aver paura: "Lei ci manca come l’aria che respiriamo. In tutti questi anni, comunque, abbiamo metabolizzato il lutto e siamo arrivati a questo momento, che purtroppo era inevitabile, preparati - spiegano - A questo punto, però, dobbiamo dare un senso a questa storia. Purtroppo non si può cambiare il destino, solo che ora dobbiamo reagire".

"Il volo di Amelie"

Per questo, la famiglia si è affidata all’associazione «Davide Il Drago» creando un progetto che hanno chiamato «Il volo di Amelie».

"Il nostro obiettivo è raccogliere fondi che poi divideremo tra le associazioni che in questi anni ci sono stati vicino. Questa è sicuramente stata una tragedia, ma abbiamo incontrato un grandissimo senso di comunità. E così, vogliamo ricambiare".

"Conoscerla è stata una fortuna"

È così, forse, che si prova a reagire a un momento del genere:

"Conoscerla e viverla in questi anni è stata una fortuna per noi. Lei ha lasciato un segno enorme in tante vite. Oltre al dolore, abbiamo la serenità di averla accompagnata in maniera pacifica", ha concluso Katharina.

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