Il grande cuore

La rete della carità salva una famiglia dalla strada

La rete di associazioni di Magenta ha prontamente aiutato mamma, papà e due piccole figlie in grave situazione di bisogno

La rete della carità salva una famiglia dalla strada
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La rete della carità, cioè l’insieme delle associazioni di Magenta che operano nel sociale salva dalla strada una famiglia marocchina con due bimbe, di cui una neonata e prova ora a dare loro un futuro nel nostro paese.

La rete della carità salva una famiglia dalla strada

Madre, padre e due figlie sono stati visti in via Roma in condizioni di grande difficoltà. Così alcuni volontari della San Vincenzo hanno parlato con loro e li hanno aiutati attivando la Rete della carità che è riuscita a sistemare la situazione per una famiglia sull’orlo del baratro. La loro storia parte da Casablanca che lasciarono per andare in Costa d’Avorio. Dove il padre aveva trovato lavoro presso una multinazionale. Ma verso la fine dello scorso anno la ditta presso la quale lavorava è andata in fallimento. Con la famiglia ha provato a trasferirsi in Francia e poi in Italia, fino a Magenta, dove tre mesi fa è nata la sua secondogenita.
Contavano di trovare ospitalità presso un parente della zona, ed è per questo che sono finiti tra Corbetta e Magenta. Ma anche questa possibilità è sfumata.

Il racconto di Gabriella Cellamare della San Vincenzo

«Abbiamo incontrato questa famiglia con una bambina che è nata qui a Magenta tre mesi fa e l'altra bambina che ha circa 3 anni - spiega Gabriella Cellamare della San Vincenzo - Li abbiamo incontrati sul segnalazione di un altro ragazzo marocchino che vive a Magenta da tanti anni, ma che ormai ha la cittadinanza italiana. Si sono presentati con una donna di religione musulmana che è qui da tempo e che noi già conoscevamo perché anni fa abbiamo avuto modo di aiutarla e di conoscerla e che oggi ci aiuta come traduttrice. La famiglia non parlava una parola di italiano, la loro situazione era un po' pesante perché si trovavano ad uscire di casa da un alloggio che avevano a Trecate. Praticamente avevano affittato una stanza in paese e il proprietario che aveva affittato questa stanza gli aveva dato l'ultimatum e cioè che dopo tre giorni sarebbero dovuti uscire di casa. Quindi erano decisamente spaventati perché hanno due bambini piccoli. Li abbiamo incontrati e abbiamo capito che la situazione era veramente pesante. Così la San Vincenzo ha praticamente chiesto alla signora che faceva da traduttrice di accompagnarli alla Casa di accoglienza, che ha capito la situazione e l'emergenza che questo comportava e ha dato la disponibilità di una camera».

Cellamare ha poi proseguito spiegando come la rete di aiuto intende agire per proseguire negli aiuti:

«La casa d'accoglienza è sempre molto sensibile quando ci sono queste situazioni. Però il progetto che abbiamo in mente e che assolutamente abbiamo già incominciato a perseguire facendo già le prime telefonate è quello di regolarizzare la posizione di questa famiglia perché per adesso ha un permesso che dura fino ad agosto, ma poi non c'è più niente. Quindi il nostro obiettivo in questo momento è regolarizzare la loro posizione con il permesso di soggiorno e tutto ciò che serve. Per il resto, cioè i beni di prima necessità tutta la rete della Carità si è attivata ed è stata una bella esperienza perché questa è proprio una famiglia giovane e bella».

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