La storia

Maristella Bigogno: da 25 anni in missione per gli ultimi

La missionaria laica magentina ha tagliato il traguardo di un quarto di secolo nella missione in Africa nella zona del Togo

Maristella Bigogno: da 25 anni in missione per gli ultimi
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Venticinque anni di fede. Un quarto di secolo di sacrifici e di dolori, per dare protezione ai bisognosi, ospitalità ai più poveri e cure mediche ai malati. E sull’altro piatto della bilancia il beneficiare di una gioia immensa d’amore lunga cinque lustri. Si, perché la sua esistenza  è una grandissima storia d’amore verso il prossimo. E anche senza essere una madre naturale possiede un alto senso di maternità e un nobile sentimento di fratellanza. Una mamma di seicento figli e duecento fratelli. Maristella Bigogno la missionaria di Magenta, il 26 febbraio  ha compiuto in terra d’Africa, nella comunità di Amakpape sperduta nella brousse Nord togolese, i suoi venticinque anni di missione.

Maristella Bigogno: da 25 anni in missione per gli ultimi

Questa missionaria laica, anche se molti la chiamano suora per essere stata consacrata e avere dato i voti, non ha bisogno di presentazione. La sua missione, Cuori Grandi,  di alto spessore contenutistico, lanciò il seme nel Magentino per poi crescere in tutta Italia. Quindi popolare non solo nella sua terra dell’Est Ticino, ma in molte parti nazionali. Predestinata missionaria, Maristella, già a dodici anni, assistendo la prima volta alla cerimonia di mandato in terre di missioni a San Siro disse ai suoi genitori «un giorno ci sarò anch’io». Quel desiderio, si avverrò a fine 1996 nel grande stadio con il cardinale Martini.

Anno di nascita 1965, magentina a tutti gli effetti, insegnate di religione nelle scuole medie, educatrice, catechista  dell’oratorio, fondatrice di associazioni, ha aiutato un’infinità di persone. Mantiene  un bellissimo rapporto con le Suore Canossiane e una forte appartenenza al suo territorio. Molte sono le persone che le vogliono bene. Il tutto è partito da Magenta, dall’oratorio femminile e dalla parrocchia San Martino.

Come ricorda il fratello Francesco:

«E’ una persona che ha sempre avuto il Vangelo nel cuore, e la vocazione di aiutare gli altri».

Prima di partire per l’Africa negli anni 1988 – 1990  fu missionaria nelle comunità di Monza e di Nova Milanese frequentate da ragazzini di ambo i sessi. Poi andò in India un anno e li si fece le ossa in terra straniera con  un’ esperienza tosta di missione, presso una comunità popolata dai poveri più poveri. Al suo ritorno a Magenta fondò il Grisù. Forte dell’esperienza maturata  in Brianza creò un ambiente di doposcuola per i ragazzini. Con un passato da insegnante li conosceva tutti ricevendo anche il pieno consenso delle famiglie. La prima sede fu un locale del parroco don Walter della Sacra Famiglia.

«Anch’io ero partecipe – prosegue Bigogno  - Fu un’esperienza bellissima perché era formato da una cinquantina di volontari studenti alle superiori e alle università che dedicavano delle ore della settimana ad insegnare nel doposcuola. A frequentarlo oltre 100 ragazzini. Prima studiavano, poi la merenda e al termine anche una partita di calcio».

La destinazione in Togo

La preparazione al suo ministero di missionaria cominciò al Pime, di Busto Arsizio. Poi la madre superiora delle Canossiane di Magenta e la madre provinciale di Milano proposero a Maristella di diventare la fondatrice delle laiche missionarie Canossiane. Nel 1997, destinata in un primo momento nelle Filippine, con la nuova apertura di una comunità in Togo fu dirottata in Africa. A febbraio del 1998, la partenza per Agouvè un quartiere poverissimo di Lomè. Mancavano strade, l’elettricità sarebbe arrivata anni dopo, le fognature non esistevano, tanto meno le strutture e i collegamenti tramite sentieri. Fino al 2010 si impegnarono tutte le forze per far crescere la comunità nelle elementari gesta di tutti giorni, ma anche professionalmente con corsi di sarta, parrucchiera ed estetista.

Maristella Bigogno con i bambini della missione in Togo
Maristella Bigogno con i bambini della missione in Togo

Poi si costruì il centro di spiritualità e la casa dei volontari, la chiesetta, e infine il progetto più importante e grandioso dell’ospedale che richiamava persone da tutto il Togo per esami, visite e interventi chirurgici. Nel 2010 fu anche l’anno dell’allargamento  con l’intento di accogliere tutti i togolesi e la fondazione dell’associazione Cuori Grandi. Su suggerimento del vescovo si acquistò il terreno a 100 Km  più a Nord della capitale Lomè costruendo una comunità in mezzo al niente. Si cominciò anche a dare un senso alla missione edificando la casa, l’abitazione dei volontari, le casette per accogliere le mamme con i bimbi,  i magazzini, le fognature, la chiesa, le scuole, l’infermeria. Insomma un villaggio meraviglioso innalzato in poco più di 10 anni.

«E’ una grande persona che dedica la sua forza, la sua vita totalmente agli altri - prosegue il fratello -  Da ammirare e prendere esempio.  Fede infinita, perché se non avesse la fede, non riuscirebbe umanamente ad andare avanti. Grandissima volontà, e una forza incredibile. In una terra come il Togo vivere è difficile, oltre al quotidiano devi combattere con la mentalità diversa dalla nostra, o sei aiutato dallo Spirito Santo o crolli. In questi 25 anni ha salvato centinaia di vite umane dalla denutrizione, ha pagato una quantità inimmaginabile di sacche di sangue, ha mandato a scuola migliaia di bambini e ragazzi, alcuni portandoli alla laurea».

Coloro che volessero fare un’esperienza in missione, possono contattare il presidente a presidente@cuorigrandi.org

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