Come riconoscere la balbuzie nei bambini?
Famiglia e insegnanti giocano un ruolo fondamentale per non permettere che questa fatica rappresenti un limite per la realizzazione di sé

Come riconoscere la balbuzie nei bambini? Si tratta di una fatica che insorge solitamente tra il secondo e il terzo anno di età e le cui cause, secondo le ipotesi scientifiche più recenti, sono da rintracciare nel controllo motorio della produzione del linguaggio. Tra i 2 e 5 anni di età i movimenti necessari alla produzione del suono non sono ancora stabili e certi: è probabile dunque sentire un bambino balbettare, anche solo una volta o per un breve periodo di tempo. Se è vero che, nell’80% dei casi, la balbuzie nei bambini si risolve naturalmente entro il 6° anno di età, in un numero più limitato di casi, intorno ai 6-7 anni, essa evolve in disturbo cronico, che può essere efficacemente trattato e risolto.
Come riconoscere la balbuzie nei bambini?
Riconoscere la balbuzie, soprattutto da parte dei genitori, non è sempre facile. La balbuzie è infatti spesso “ridotta” agli stereotipi diffusi. E quindi comunemente associata alla ripetizione di alcuni suoni o al loro prolungamento all’inizio delle singole frasi. Si tende a classificare come “balbuziente” solamente il bambino che ripete una parte della parola (“co-co-co-come ti chiami?”) o la parola stessa più volte (mi-mi-mi-mi chiamo Paolo). Non bisogna però dimenticare che tali ripetizioni o prolungamenti possono essere udibili o silenti e che tra i sintomi della balbuzie si annoverano anche anormali esitazioni, pause e arresti prima del discorso.
L'elaborazione di strategie difensive
Ciò che caratterizza la balbuzie è, in ogni caso, un blocco. E come tale, essa può anche manifestarsi silenziosamente e/o attraverso movimenti involontari, irregolari e incontrollati (del collo, della bocca o degli occhi). Secondo alcune ricerche, già all’età di 3 anni i bambini possono essere consapevoli di avere difficoltà nell’eloquio e in qualche modo elaborano delle strategie difensive fatte di rinunce, deleghe e fuga dalle situazioni in cui possono essere messi alla prova. Un esempio? Il bambino quando deve comunicare con un estraneo o non appena sperimenta difficoltà nell’eloquio, cerca subito lo sguardo di un genitore.




Manifestazioni verbali e fisiche
Ecco alcune manifestazioni verbali e fisiche che possono essere ricondotte alla balbuzie e che possono indicarci come riconoscere la balbuzie:
• ripetizione di una parte della parola (co-co-co-come ti chiami?) o la parola stessa più volte (mi-mi-mi-mi chiamo Francesco);
• presenza di suoni su cui il bambino sembra bloccarsi, come se gli fosse impossibile arrivare a quelli successivi;
• perdita di il controllo di alcuni muscoli facciali e di altre parti del corpo;
• mancata emissione del primo suono che dà inizio a una nuova frase, accompagnata da frustrazione e ansia;
• interruzione della comunicazione rinuncia da parte del bambino a dire ciò che voleva;
• manifestazione inaspettata e imprevista della balbuzie, che sembrava circoscritta ad alcune espressioni o situazioni specifiche;
• evitamento e sostituzione in modo non appropriato di alcuni vocaboli;
• stanchezza e nervosismo dopo aver passato del tempo con altri bambini.
Non ha origine psicologica
La balbuzie non è un problema di origine psicologica. Ha come effetto, e non come causa, quello di aumentare il rischio di difficoltà sul piano psico-emotivo e socio-relazionale. Ecco perché, per i bambini, l’inizio della scuola segna spesso l’emergere di queste difficoltà. Il bambino che balbetta spesso conosce già la situazione, o le parole, su cui si bloccherà. Questo fa sì che, nel rapporto con compagni e insegnanti, sperimenti in anticipo l’ansia, lo stress e l’imbarazzo, che possono a loro volta aumentare la frequenza e l’intensità della balbuzie in un circolo vizioso difficile da disinnescare.
Il ruolo di famiglia e insegnanti
A questo possono aggiungersi la vergogna, la paura e il senso di colpa in caso di isolamento, derisione o bullismo da parte dei compagni di scuola; tutti aspetti che andranno a sedimentarsi sulla capacità del bambino di gestire le situazioni comunicative. Tutti gli attori del contesto socio-relazionale del bambino, in primis famiglia e insegnanti, giocano allora un ruolo fondamentale per arginare le esperienze e le auto-percezioni negative associate alla balbuzie. E per non permettere che questa fatica rappresenti un limite per la realizzazione di sé.