Studenti in ospedale per "La mia amica Pediatria"
I ragazzi potranno visitare il reparto ospedaliero di Legnano e conoscere meglio quanto viene fatto al suo interno.
Prende il via la nuova edizione del progetto “La mia amica Pediatria”, che torna dopo gli anni del Covid portando centinaia di studenti a conoscere l'ospedale di Legnano.
Familiarizzare con l'ospedale con "La mia amica pediatria"
L’obiettivo è quello di di far familiarizzare i ragazzi delle scuole medie con quello che è il mondo ospedaliero, in modo tale da evitare loro, in futuro, se ne avessero bisogno, paure e timori che un ricovero può portare con sé.
Promosso da ACVO Associazione Collaboratrici Volontarie Ospedale di Legnano, con la collaborazione dell’U.O. di Pediatria Ospedale di Legnano e con il contributo della Fondazione Comunitaria Ticino Olona è rivolto agli alunni delle classi terze della scuola primaria del territorio. Quest’anno coinvolgerà 780 ragazzi e altrettante famiglie, come spiegato da Patrizia Montinaro, vicepresidente dell’associazione. Il progetto è finalizzato al benessere del bambino ed alla riduzione del trauma che comporta l’ospedalizzazione. Attraverso un percorso interattivo i bambini potranno conoscere la realtà ospedaliera e nello specifico il reparto di Pediatria.
Diverse le scuole e le città coinvolte
Per la prima volta si esce da Legnano, perché La mia amica pediatria coinvolge per quest’anno scolastico anche classi degli istituti di Parabiago, Canegrate, Cerro Maggiore, San Vittore Olona, Cantalupo e San Giorgio. Presenti martedì mattina all’apertura del progetto anche il presidente della Fondazione Ticino Olona Salvatore Forte e la dottoressa Laura Pogliani, a capo dei reparti di pediatria per l’Asst Ovest milanese. La dottoressa si è concentrata sul merito anche medico del progetto.
“Il concetto di malattia è legato ad emozioni negative come il dolore e il distacco dai genitori. In questo modo noi vogliamo invece presentare ai bambini quello che in realtà l'ospedale. L'ospedale è il luogo dove queste problematiche vengono risolte: i bambini devono avere – ha detto la dottoressa Pogliani - la reale visione di quello che è l'ospedale. Ai bambini bisogna dire la verità, in questo modo noi potremmo ottenere la loro fiducia e con la loro fiducia la loro collaborazione e ottenere risultati migliori”.
Patrizia Montanaro lo definisce invece “un progetto di grande valore, dove per tanti anni tante persone hanno lavorato, tanti bambini ne hanno beneficiato. La pandemia ci ha spinto ad andare noi dai bambini, visto che non potevano più entrare in ospedale”. E quest’anno si svolgerà proprio con dei video ad utilizzo didattico per presentare agli studenti cosa accade quando si entra in ospedale.
In più anche anche un libro interattivo che “consente loro di snocciolare il problema attraverso filastrocche”. Infine un kit che viene donato alle classi per affrontare il tema medico e diagnostico anche sotto una forma ludica”.
Salvatore Forte non poteva invece che essere contento per la realizzazione del progetto finanziato per il 50 per cento dalla sua Fondazione. “Stiamo dimostrando che le idee avute si stanno concretizzando in azioni. La soddisfazione è quella di mettere in moto un meccanismo virtuoso, che coinvolge tante persone e quindi diventa un fatto di comunità”.