Pero, Post Expo: Università e parco tematico. Ecco il futuro
PERO - Grandi progetti in arrivo nell'area Expo, dopo che ArExpo, società costituita nel 2011 con l’obiettivo di acquisire le aree del sito espositivo per poi rivenderle, ha deciso di modificare i piani, passando da venditore a coprogettatore, grazie anche all’ingresso nella società, della quale facevano parte Regione Lombardia, Fondazione Fiera, Città Metropolitana e i Comuni di Milano e Rho, del Governo.
Mantenere l’Open air theatre, realizzare un centro di ricerca e un istituto di cura, questi i principali obiettivi che formeranno il Parco del sapere e della scienza. Lo Human technopole, un centro dedicato alla medicina predittiva dove lavoreranno i ricercatori, il comparto scientifico dell’Università degli studi e il nuovo ospedale Galeazzi sono le proposte concrete sul tavolo che si stanno avviando - ha spiegato Giovanni Azzone che di ArExpo è il presidente.
«Il progetto non si limita al perimetro delle aree Expo, ma intendiamo riqualificare anche gli spazi circostanti» - ha aggiunto il sindaco di Rho Pietro Romano. «Ho poi chiesto ad ArExpo che venga formata una cabina di regia, formata da tutti i soggetti interessati allo sviluppo, per costruire un piano all’interno e all’esterno di Expo.
In programma anche una trasformazione urbanistica, molto ambiziosa, che è stata illustrata da Dario Ferrari, presidente di Distetto 33. «In primo luogo – ha sottolineato Ferrari – vorrei dire che non consumeremo territorio, ma ci sarà una riconversione di quello già utilizzato (le aree verdi quindi non saranno toccate). Il nostro intento è quello di abbattere le barriere che ora ci sono tra i Comuni di Rho, Pero, Baranzate e Bollate, per realizzare una sorta di territorio unico. Si tratta di due milioni e mezzo di metri quadri di trasformazione. Vorremo poi incentivare lo sviluppo, per aumentare la visibilità e l’attrattività dello spazio in questione così come accaduto per Expo che ha portato una grande attenzione su Milano. Occorre poi salvare le attività produttive non ancora dismesse, aiutandole ad accedere all’innovazione portata da Human technopole».