"Pietre di inciampo per ricordare le vittime del nazifascismo"
La proposta del Partito democratico all'Amministrazione comunale
"Pietre di inciampo per le vittime del nazifascismo": la proposta alla Giunta da parte del Partito democratico di Turbigo.
Pietre di inciampo per non dimenticare
La proposta arriva dal Partito democratico di Turbigo che si rivolge direttamente all'Amministrazione comunale: "Chiediamo all’Amministrazione di Turbigo di aderire all'iniziativa denominata 'Pietre d'inciampo', pianificando la posa sul territorio comunale delle pietre in memoria di quei cittadini di Turbigo che furono vittime della deportazione nazifascista - afferma il segretario Pd Simone Meazza - Riteniamo che l'adesione a tale iniziativa sia un atto doveroso da parte di qualunque istituzione, al fine del mantenimento della memoria storica del nostro paese e quale significativa 'presa di posizione' contro il riaffermarsi di ideali fascisti ed antidemocratici, potendo inoltre rappresentare a Turbigo una sorta di 'parziale risarcimento morale' per la grave offesa alla comunità determinata dalla presenza di una via del paese vergognosamente intitolata a un gerarca fascista, sostenitore delle leggi razziali e corresponsabile della barbarie nazifascista".
Il significato dell'iniziativa
Meazza continua spiegando cosa sono le "Pietre di inciampo": "Sono una creazione dell'artista tedesco Gunter Demnig ideata per arricchire il tessuto urbanistico cittadino di una memoria diffusa e quotidiana delle vittime della deportazione nazista. Lo stesso artista spiega così, attraverso un passo del Talmud, il motivo della sua creazione: 'Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome'. La finalità dell’installazione è restituire individualità alle vittime di deportazioni, attraverso la deposizione di piastre d’ottone sulle quali sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, il luogo della deportazione, la causa per la quale venne prelevata e la data di morte. La prima 'Pietra d'inciampo' fu posata a Colonia nel 1995. Oggi si trovano in 22 paesi europei e sono oltre 50mila: ciò le rende la più grande forma di memoriale decentrato del mondo, la prima in Italia invece è stata installata a Roma nel 2010. Dopo aver svolto delle indagini, siamo venuti a conoscenza del nome dei tre turbighesi che persero la vita dopo essere stati deportati nei lager nazisti. Si tratta di Achille Motta, morto a Dachau, Pietro Gilardoni, deceduto a Mauthausen e infine di Paolo Rizzolari, scomparso durante il bombardamento del treno che lo stava portando a Mauthausen".