Le richieste

Faccia a faccia dopo lo sciopero: la Regione ha ascoltato gli infermieri

La Regione chiederà in conferenza Stato Regione dei cambiamenti per migliorare la situazione lavorativa.

Faccia a faccia dopo lo sciopero: la Regione ha ascoltato gli infermieri
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Dopo lo sciopero nazionale e la protesta sotto il Pirellone lo scorso 28 gennaio 2022 i rappresentanti del Nursind Lombardia sono stati ricevuti dalle istituzioni.

Il colloquio con i politici regionali

Il loro grido d'allarme non è rimasto inascoltato e la politica lombarda ha ascoltato le istanze della categoria.

“Sono molto soddisfatto – commenta Donato Cosi, coordinatore NurSind Lombardia e componente del direttivo nazionale - È un primo fatto concreto di attenzione agli infermieri e alle nostre necessità. Un primo segnale della politica, a prescindere dai partiti, con la volontà di riconoscere la nostra professione e il nostro lavoro. Adesso siamo a disposizione per lavorare in fretta e sodo per raggiungere quelle richieste che, ancor prima della pandemia, avevamo fatto”.

Le richieste alla delegazione politica

Dopo la manifestazione sotto il Pirellone del 28 gennaio una delegazione del NurSind è stata ricevuta da Simona Tironi (Forza Italia) vice presidente alla Commissione sanità del Consiglio regionale, da Carmela Rozza (Pd) infermiera, consigliera e componente della Commissione III (Sanità e Politiche sociali), e da Gregorio Mammì (M5S) consigliere regionale e segretario della III Commissione (Sanità e politiche sociali).

Sul tavolo in primis la richiesta dell'aumento del personale, dell’aumento dello stipendio (quello degli infermieri italiani è tra i più bassi in Europa). Poi le altre richiesti presentate durante lo sciopero: rivendicare il mancato riconoscimento economico della professione; per dire basta alla retorica degli eroi e degli angeli che poi vengono abbandonati dalle istituzioni anche quando vengono portati in Tribunale a causa delle pecche del sistema; contro le condizioni di lavoro insostenibili e decennale carenza di personale.

Il commento politico

“Abbiamo ascoltato le loro istanze e siamo disponibili ad aiutarli, per quanto nelle nostre competenze e possibilità – ha commentato Simona Tironi - Dove la Regione può intervenire c'è la volontà di andare incontro alle loro legittime richieste. Dove – per esempio in merito all'aumento dello stipendio e del personale – non possiamo, ci faremo portavoci delle loro istanze al tavolo della Conferenza Stato-Regioni”.

Nella giornata di martedì 1 febbraio è stata accolta all’unanimità in Consiglio regionale la mozione bipartisan con cui si chiede alla Giunta di intervenire presso la Conferenza Stato-Regioni al fine di disegnare un reale piano di assunzioni e adeguare gli stipendi del personale infermieristico e delle professioni sanitarie a quelli europei. Inoltre, il documento chiede l'attivazione della Giunta regionale presso il Governo affinché sia valutato il superamento del vincolo di esclusività per la professione infermieristica, in un percorso di valorizzazione complessiva della figura infermieristica con particolare attenzione alla medicina territoriale e alla didattica universitaria. Durante il consiglio regionale è stato ribadito che in Lombardia mancano 9.500 figure professionali di cui 3.500 nelle RSA, 4.500 nelle strutture sanitarie e 1.500 infermieri di famiglia.

Condivisione bipartisan delle richieste

“La pandemia ci ha dimostrato l'importanza del lavoro degli infermieri, e la qualità del loro servizio – commenta la consigliera Rozza - Adesso bisogna passare dalle parole ai fatti e adeguare le retribuzione all'alta professionalità dei nostri infermieri”.

Dello stesso parere anche il rappresentante del Movimento Cinque Stelle:

“È un messaggio importante – commenta Mammì - Che dimostra che la politica è unita ed è tutta sulla stessa linea per portare a case le istanze presentate dagli infermieri”.