Spettacolo

Frank Gramuglia, dagli hotel alla comicità

Nato a Bari, ha vissuto ad Arese e ora a Garbagnate. I racconti quotidiani di Frank Gramuglia hanno conquistato il pubblico del web

Frank Gramuglia, dagli hotel alla comicità
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Nell’anno appena concluso Frank Gramuglia è diventato il nuovo fenomeno social della comicità, ottenendo centinaia di migliaia di visualizzazioni grazie ai suoi racconti «politicamente scorretti» della vita di tutti i giorni. Laureato in Scienze politiche, autore di un libro, impregnato nel settore alberghiero Gramuglia dopo una vita ad Arese ha scelto Garbagnate come nuova casa.

Frank Gramuglia

Nato a Bari, trasferito ad Arese all’età di 3 anni, è approdato in città due anni fa. Nei suoi video, ormai visualizzati da quasi 2 milioni di italiani, Frank prende in giro le convenzioni sociali con cui tutti noi ci scontriamo nella quotidianità, condendo il tutto con dissacrante cinismo.

Dagli hotel ai video

«Visto che nel mio lavoro precedente la cosa che mi piaceva di più era il momento dell’uscita mi sono cimentato in questa attività social dove posso borbottare finalmente in santa pace». Spiega Frank. Come è nata questa sua seconda attività? «Durante il lockdown facevo il receptionist in albergo, facevo i turni di notte e ho fatto anche per anni il direttore di hotel. Con il Covid però mi hanno lasciato a casa. Così ho cominciato a fare un video poi due, poi tre e via dicendo. Nel marzo 2020 chiuso in casa è iniziata quasi per gioco ma poi si è trasformata in una passione. Inizialmente esternavo delle riflessioni e dei pensieri poi ho affinato la tecnica. Un parlare di tutti i giorni alle prese con i problemi della vita. Passata l’estate, in settembre ho notato che i video caricati su internet avevano tante visualizzazioni. Successivamente guadagnando qualcosa attraverso questi social ho aperto la partita Iva».

Milioni di visualizzazioni

In sostanza questo è diventato il primo lavoro e quello che aveva in precedenza il secondo? «Esatto! Dal punto di vista dei guadagni senz’altro, per metterla sul ridere. Con il tempo mi sono diviso tra Facebook, Tik Tok, Instagram e ho fatto il conto delle persone che visualizzano: tra uno e l’altro totalizzo oltre un milione e mezzo di visualizzazioni, Youtube diciamo è il social che considero minore. Poi c’è tutto un giro di persone che si passano il video. Più pubblico e più guadagno». Perché l’uso della parolaccia così frequente? È proprio necessario? «Fanno parte del mio modo di comunicare. Il mio stile senza esagerare perché poi può risultare sgradevole. Molte vicende sono vere, mi hanno detto che spesso la gente si specchia nei miei pensieri. Un 80% di vita un po’ colorato dai sentimenti che piacciono alle persone». Nel mirino della sua satira finiscono spesso persone benestanti che amano viaggiare e diventano insopportabili, le danno così fastidio? «Li ho conosciuti in albergo, alcune persone pretenziose che spesso suscitano insofferenza ed ecco nascere lo spunto per un ennesimo video». Le piacerebbe estendere gli orizzonti? Prendere di mira per esempio le gaffe dei politici? «Forse no. Non tutti seguono così da vicino la politica e quindi potrebbe succedere che mi trovi a parlare di un argomento che per una parte di ascoltatori è sconosciuto. Se vogliamo parlare dei banchi di scuola a rotelle può essere che ne hanno sentito parlare ma di altre cose oppure di inchieste in corso non è detto. Mi ritaglio una fetta più ampia di pubblico parlando della vita di tutti i giorni».

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