Barlaam e Amodeo, accoglienza da star a Linate
I nuotatori abbiatensi Simone Barlaam e Alberto Amodeo hanno fatto ritorno dalle Paralimpiadi di Tokyo assieme al resto della delegazione azzurra. Portano a casa un oro, tre argenti e un bronzo. Insaziabile Barlaam: “Molte soddisfazioni ma altrettante delusioni”
I nuotatori abbiatensi Simone Barlaam e Alberto Amodeo hanno fatto ritorno dalle Paralimpiadi di Tokyo assieme al resto della delegazione azzurra. Portano a casa un oro, tre argenti e un bronzo. Insaziabile Barlaam: “Molte soddisfazioni ma altrettante delusioni”
Barlaam e Amodeo, accoglienza da star a Linate: c'era anche il sindaco di Abbiategrasso
Una accoglienza da star pienamente meritata per gli atleti della Nazionale italiana atterrati domenica sera a Linate da Tokyo, dove sono terminate le Paralimpiadi: ad attenderli non solo amici e famigliari ma anche i tanti tifosi che in questi giorni si sono appassionati alle loro imprese. Tra i protagonisti di una spedizione da record per gli azzurri, anche due nuotatori abbiatensi: Alberto Amodeo di Abbiategrasso e Simone Barlaam di Cassinetta. Ad accogliere Amodeo, che ha conquistato una insperata medaglia d'argento nei 400 stile libero S8, c'era anche il sindaco di Abbiategrasso Cesare Nai.
Barlaam: “Due facce della medaglia, molte soddisfazioni ma altrettante delusioni”
Ancora più cospicuo il bottino di Barlaam, atleta di punta del movimento paralimpico italiano, che torna da Tokyo con un oro arricchito da record del mondo nei 50 stile libero, due argenti e un bronzo, quest'ultimo conquistato nell'ultimo giorno di gare con la staffetta 4X100 mista. Ma il campione mondiale ed europeo non nasconde un pizzico di delusione per un personale medagliere che nei pronostici della vigilia si prospettava forse ancora più ricco. Una testimonianza della grandissima determinazione e fame di vittorie del campione abbiatense. Ecco le parole che ha affidato ad un lungo post su facebook:
Scrivo queste righe sul volo di ritorno da Tokyo mentre rifletto su ciò che ho appena vissuto.
Questa mia prima rocambolesca Paralimpiade si è conclusa con molte soddisfazioni ma altrettante delusioni. Nonostante ciò io sono contento di come è andata e di ciò che ho imparato grazie ad essa.
In questo mio piccolo racconto non mi soffermerò sui risultati sportivi, ma sul percorso umano che mi ha portato fino a Tokyo.
Questo anno e mezzo di preparazione è stato estenuante sia fisicamente che mentalmente. Ho vissuto con la costante premura di fare tutto alla perfezione dimenticandomi però di ciò che veramente fa la differenza: divertirsi e godersi il quotidiano.
Con il timore del contagio mi sono isolato dal mondo, marginalizzando tutte le persone a cui voglio bene. Per questo vi chiedo scusa e non vedo l'ora di riabbracciarvi uno ad uno.
Ho passato tanti momenti soli ed anche molto tristi durante i quali mi sono scontrato con colui che veramente è l'avversario più temibile, dentro e fuori dalla vasca: me stesso. Penso che molti di voi purtroppo capiscano cosa intendo. Questa pandemia ci ha messo faccia a faccia con il nostro io e con la nostra fragile natura umana.
Ho imparato a conoscermi più a fondo ed ho riscoperto il vero valore delle persone e della socialità. Ho capito che questo mondo è pieno di persone fantastiche e generose, sempre pronte ad aiutarti.
Perciò, prima di salutarvi permettetemi di ringraziare qualcuno di questi esseri umani straordinari.
Primo tra tutti grazie Max.
Grazie per aver sempre creduto in me e per aver sofferto ed esserti sacrificato durante questi mesi infiniti tanto quanto noi. So che ce ne diciamo di cotte e di crude ma senza di te tutto ciò non sarebbe mai stato possibile.
Grazie Michi, che come Max hai sacrificato la tua quotidianità per mettere noi atleti nelle condizioni di raggiungere i nostri sogni rimanendo purtroppo molto spesso nell'ombra.
Grazie ai miei compagni di fatiche per avermi aiutato ed esserci sempre stati quando ne avevo bisogno.
Grazie al mio grandissimo amico, nonché mentore Federico per avermi fatto crescere come atleta e come persona.
Grazie a Micaela Fantoni e a Luca Cavaggioni. Il vostro contributo è stato fondamentale in questo percorso sportivo ed umano.
Grazie alla mia società, la POLHA-VARESE Associazione Polisportiva Disabili per tutto ciò che fa giorno dopo giorno per noi atleti.
Grazie a tutti i membri della FINP Federazione Italiana Nuoto Paralimpico e del Comitato Italiano Paralimpico che specialmente nei momenti difficili ci sono sempre stati per me, anche con una semplice parola di conforto. Sembra scontato ma non lo è affatto.
Grazie a tutto il team di dmtc che mi ha seguito, supportato e sopportato come solo loro sanno fare.
Grazie a tutti coloro che, anche con un semplice gesto, mi hanno aiutato e sostenuto.
Ed infine grazie alla mia famiglia, per avermi accompagnato in questo folle percorso che agli occhi di molti non avrebbe mai portato a tutto ciò. Vi voglio bene.
Adesso è tempo per un po' di meritate vacanze per ricaricare a pieno le batterie verso nuovi obiettivi!